L’ennesima aggressione in pronto soccorso
Infermiera aggredita al San Paolo di Napoli
Un’altra infermiera è stata aggredita mentre lavorava. È accaduto domenica sera al Pronto soccorso dell’Ospedale San Paolo di Napoli, dove una professionista è stata offesa e colpita con violenza.
Un episodio grave, che si inserisce in una lunga serie di attacchi subiti dal personale sanitario nei presidi di emergenza della città e della regione.
Luoghi di cura trasformati in trincee
A esprimere solidarietà è la presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Napoli, Teresa Rea, che ha parlato di una violenza “criminale” e di un clima diventato ormai insostenibile.
Siamo vicini come colleghi, come ordine professionale e come persone all'infermiera del pronto soccorso dell'ospedale San Paolo di Napoli offesa e aggredita con violenza criminale – afferma Rea – e facciamo appello a tutte le forze dell'ordine presenti sul territorio ad una maggiore attenzione per garantire la sicurezza degli infermieri e dei cittadini negli ospedali troppo spesso trasformati in trincee invece che luoghi di cura
.
Nel suo intervento, Rea sottolinea una dinamica ormai ricorrente: gli episodi di violenza continuano a moltiplicarsi perché non vengono contrastati e perseguiti con la necessaria efficacia. Un problema di sicurezza, ma anche un problema organizzativo.
Pronto soccorso sovraccarichi e carenze strutturali
L’Opi Napoli richiama l’attenzione su un nodo che gli operatori denunciano da tempo: il Pronto soccorso è diventato l’unico presidio di riferimento per i cittadini, anche per situazioni che potrebbero essere gestite sul territorio.
Rea parla di una “pressione insostenibile”: ai casi gravi da codice rosso, si sommano codici verdi e bianchi che dovrebbero trovare risposta in ospedali di comunità, ambulatori territoriali e presidi intermedi.
La conseguenza è duplice: tempi di attesa più lunghi per tutti e un sovraccarico crescente per infermieri e operatori, “già sottoposti a carichi di lavoro estenuanti e resi ancora più vulnerabili dalla gravissima carenza di organici”.
Per l’Ordine, l’aggressione al San Paolo non è un episodio isolato, ma l’ennesimo segnale di un fenomeno che si sta normalizzando pericolosamente. Una condizione che mette a rischio non solo la sicurezza degli operatori, ma anche la qualità dell’assistenza e la stessa fiducia dei cittadini nei luoghi di cura.

