Diabete in Italia: colpisce il 5% degli adulti, ma tra i giovani cresce

Scritto il 14/11/2025
da Redazione

L’indagine PASSI 2023–2024 fotografa una realtà complessa: il diabete riguarda quasi un adulto su venti tra 18 e 69 anni, con differenze marcate per età, genere, livello socio-economico e territorio. Molto frequenti i fattori di rischio cardiovascolare associati, mentre restano critici il controllo dell’emoglobina glicata e la continuità della presa in carico.

Più casi fra i giovani e nelle fasce fragili

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L’indagine PASSI 2023–2024 restituisce un’immagine complessa e sfaccettata del diabete in Italia.

Nel biennio 2023–2024 poco meno del 5% degli adulti italiani tra 18 e 69 anni ha riferito una diagnosi di diabete.

Un dato che, nel lungo periodo, appare sostanzialmente stabile: le serie temporali dal 2008 mostrano variazioni minime, legate soprattutto al cambio del questionario nella rilevazione 2011–2012.

Dietro questa stabilità apparente si nasconde però un’evoluzione non trascurabile. La prevalenza è infatti in calo significativo nella fascia 50–69 anni, mentre si osserva un incremento, seppur contenuto, nelle classi più giovani.

Un segnale che riflette l’aumento di sovrappeso, stili di vita sedentari e abitudini alimentari scorrette anche nelle prime età adulte.

Il diabete rimane molto più frequente con l’avanzare dell’età: è il 2% tra gli under 50, mentre raggiunge quasi il 9% tra i 50–69enni. Gli uomini mostrano una prevalenza più elevata (5,2%) rispetto alle donne (4,4%).

Il peso delle disuguaglianze

L’indagine PASSI conferma un forte gradiente socio-economico.

  • Tra le persone con bassi livelli di istruzione, il diabete “sfiora il 16%”
  • Nelle persone con molte difficoltà economiche, la prevalenza raggiunge il 10%

La differenza è evidente anche sul piano geografico: sebbene il gradiente non sia vastissimo, nel Meridione la prevalenza sale al 6%, contro il 4% del Nord. Segno che il diabete, oltre a essere una patologia cronica, è anche un indicatore della salute sociale e della capacità dei sistemi regionali di prevenire e intercettare i fattori di rischio.

Un quadro in chiaroscuro

L’indagine PASSI 2023–2024 restituisce un’immagine complessa e sfaccettata del diabete in Italia. Da un lato, la prevalenza complessiva rimane sostanzialmente stabile, un dato che potrebbe far pensare a una situazione sotto controllo. Dall’altro, però, emergono segnali che richiedono attenzione: tra i più giovani il numero di diagnosi sta lentamente aumentando, segno di comportamenti a rischio e stili di vita poco salutari che si consolidano sempre prima.

Il profilo dei pazienti con diabete è caratterizzato da una concentrazione molto più alta di fattori di rischio rispetto alla popolazione generale: ipertensione, ipercolesterolemia, sovrappeso, obesità e sedentarietà sono molto più frequenti, delineando un quadro clinico complesso che necessita di interventi precoci e integrati. Accanto a questo, la gestione della malattia appare disomogenea: la presa in carico varia da territorio a territorio, il monitoraggio dell’emoglobina glicata non viene eseguito con la regolarità raccomandata e una quota non trascurabile di pazienti non conosce nemmeno il significato di questo esame.

Tutti questi elementi compongono un quadro che richiede un cambio di passo. Rafforzare la prevenzione, soprattutto nelle fasce più giovani e fragili, diventa prioritario; così come potenziare i percorsi di presa in carico e rendere più fluida l’integrazione tra medicina generale, diabetologia e servizi territoriali. In questo contesto, il ruolo svolto dagli infermieri è centrale: sono loro a intercettare i bisogni quotidiani delle persone con diabete, a sostenere l’educazione terapeutica, a promuovere l’aderenza ai controlli e a favorire un’autogestione consapevole della malattia.

Il quadro è in chiaroscuro, ma è proprio in queste zone d’ombra che si gioca la sfida dei prossimi anni: rendere la gestione del diabete più equa, continua e centrata sulla persona.