Ferie negate e turni massacranti: fuga di infermieri dall’Ausl Romagna

Scritto il 15/09/2025
da Redazione

Turni stravolti all’ultimo momento, riposi saltati, ferie negate e nuove regole aziendali che complicano ulteriormente l’organizzazione. È il quadro tracciato dal NurSind per gli infermieri dell’Ausl Romagna, dove cresce il numero di professionisti pronti a lasciare l’azienda sanitaria.

La denuncia

Turni massacranti, ferie negate, riposi saltati e turnazioni comunicate con pochissimo preavviso: è questo il quadro che il NurSind descrive per gli infermieri dell’Ausl Romagna.

Secondo il sindacato delle professioni infermieristiche, la situazione è ormai “al limite della sostenibilità” e rischia di compromettere la qualità dell’assistenza.

Il disagio degli infermieri è sotto gli occhi di tutti. Le dimissioni volontarie sono in forte aumento, spinte da condizioni che rendono impossibile conciliare vita privata e professionale osserva il Nursind.

Le criticità nei reparti

Dai reparti emergono testimonianze di turni stravolti anche più volte nella stessa giornata, ferie negate per “esigenze di servizio” e carichi di lavoro crescenti dovuti alla cronica carenza di organico. Una gestione che, secondo il sindacato, espone i professionisti a stress, rischio di errori e persino aggressioni o denunce da parte dei pazienti.

“Così gli infermieri finiscono per lavorare in condizioni di continua precarietà organizzativa”, denuncia Massimo Perini, segretario territoriale NurSind.

Regolamenti aziendali contestati

Nel mirino anche i regolamenti interni. Quello sulle prestazioni orarie aggiuntive, introdotto per coprire i turni scoperti e ridurre le liste d’attesa, “pone vincoli tali da renderlo quasi impraticabile”, accusa il sindacato.

Critiche anche al regolamento mensa, che limita l’accesso ai pasti a fasce orarie rigide, spesso incompatibili con i ritmi di lavoro. “Abbiamo chiesto più volte di eliminare queste limitazioni e di rendere i buoni pasto cumulabili – spiega Alessandro Ferrini, dirigente NurSind –. Una volta maturato, il diritto deve restare sempre valido”.

Il sindacato chiede interventi immediati da parte dell’azienda sanitaria. “Servono scelte concrete: riconoscimento del lavoro svolto, rispetto dei contratti e tutela dei tempi di vita – conclude il NurSind –. Solo così la professione infermieristica potrà tornare ad essere attrattiva”.