Negli ultimi due anni il colera ha ripreso a diffondersi su scala globale con un'intensità preoccupante. Il 2024 si è chiuso con oltre 560.000 casi e più di 6.000 decessi segnalati da 60 Paesi, secondo i dati diffusi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Non solo si registra un aumento del 5% dei casi rispetto al 2023, ma il numero dei decessi è cresciuto del 50%, con un tasso di letalità globale dell'1,1%, superiore alla soglia considerata accettabile.
Africa epicentro della crisi Il 2024 si è chiuso con oltre 560mila casi di colera e più di 6mila decessi segnalati da 60 Paesi.
La regione africana è la più colpita , con oltre 258mila casi e quasi 5mila decessi. Preoccupante l’incremento della letalità, passata dal 1,4% al 1,9% nel giro di un anno.
In 14 Paesi africani il tasso di mortalità ha superato l’1%, e in 10 di questi ha oltrepassato il 2%. In molti casi, oltre la metà dei decessi avviene fuori dalle strutture sanitarie, segnale di una mancata presa in carico tempestiva.
In particolare, Sudan (53.001 casi) e Sud Sudan (20.132 casi) hanno registrato i numeri più alti del secolo.
La ripresa dell’epidemia in Comore, dopo 15 anni di assenza, rappresenta un campanello d’allarme per la diffusione internazionale del batterio Vibrio cholerae .
Le radici dell’epidemia Le cause sono molteplici e spesso intrecciate: conflitti armati, disastri climatici, sfollamenti di massa e carenze croniche nei sistemi idrici e igienico-sanitari. Il colera continua a prosperare in quei contesti dove l'accesso all'acqua pulita, ai servizi igienici e alla prevenzione è ancora un lusso.
Secondo l’Oms, un quarto dei decessi totali avviene nelle comunità, prima dell’accesso alle cure. Questo indica non solo difficoltà logistiche e geografiche, ma anche scarsa consapevolezza dei sintomi e delle misure di protezione tra la popolazione.
Vaccinazione: record di richieste, ma le scorte non bastano Nel 2024 sono state richieste 61 milioni di dosi di vaccino orale (OCV), ma solo 40 milioni sono state approvate per l’uso in emergenza. La strategia a dose singola, introdotta nel 2022 per far fronte alla scarsità di scorte, resta in vigore anche nel 2025. Sebbene meno duratura rispetto alla doppia dose, ha dimostrato efficacia nella risposta rapida alle epidemie.
È stato introdotto anche un nuovo vaccino, Euvichol-S® , che ha contribuito a mantenere le scorte sopra la soglia di emergenza per almeno sei mesi. Tuttavia, la produzione resta insufficiente a soddisfare la domanda crescente.
Un impegno globale e multilivello per fermare il colera L’Oms, attraverso il Global Task Force on Cholera Control (GTFCC), continua a supportare i Paesi con attività di sorveglianza, vaccinazione, risposta alle epidemie, formazione degli operatori sanitari e sensibilizzazione delle comunità. Ma senza investimenti strutturali nel medio-lungo periodo, in particolare nei sistemi WASH (Water, Sanitation and Hygiene) , gli sforzi rischiano di restare inefficaci.
Nel 2025, il colera continua a colpire: già 31 Paesi hanno segnalato focolai attivi. Per l’Oms, il rischio globale è «molto elevato» e richiede un’azione urgente, coordinata e sostenibile da parte di governi, istituzioni sanitarie e comunità internazionali.