Dialisi peritoneale: telemedicina e monitoraggio da remoto

Scritto il 08/04/2024
da Redazione

L’impiego della telemedicina e il monitoraggio da remoto dei pazienti ha migliorato notevolmente la qualità dell’assistenza dei pazienti in dialisi peritoneale, in quanto consente di individuare tempestivamente le criticità, permettendo di adottare interventi e misure correttive prima che appaiono complicazioni più gravi, con ripercussioni positive sia per il paziente sia per il sistema sanitario in termini di riduzione dei costi.

Vantaggi di telemedicina e monitoraggio da remoto in dialisi peritoneale

telemedicina emodialisi

Il nefrologo è in grado di valutare a distanza l’adeguatezza del trattamento e può agire tempestivamente qualora si presentino problematiche.

La telemedicina è l’insieme di tecniche informatiche e mediche che permettono di fornire informazioni a distanza e risulta essere largamente utilizzata nel monitoraggio domiciliare dei pazienti affetti da malattie croniche.

La dialisi peritoneale è una terapia domiciliare che rappresenta un modello ideale per testare i benefici di tale disciplina. In particolare, la dialisi peritoneale automatizzata (APD) prevede l’utilizzo di un cycler, un macchinario che esegue nelle ore notturne in autonomia gli scambi di dialisi, controllando il liquido in entrata e in uscita dall’addome.

Tutti i dati dei vari trattamenti e tutti i parametri utili per valutare lo stato clinico del paziente (peso, pressione, ultrafiltrato) vengono salvati su una Scheda Paziente, che verrà consegnata in ospedale in occasione delle visite routinarie di controllo. Quindi il medico potrà visionare oggettivamente l’andamento del trattamento ed effettuare modifiche della prescrizione solo in possesso di tale strumento.

Ma le nuove apparecchiature, oltre all’immagazzinamento dei dati, dispongono di software per il monitoraggio da remoto dei pazienti. Questa importante funzione permette di ridurre gli accessi in ospedale e quindi i costi sanitari, ma riduce anche la spesa del paziente, riducendo i chilometri percorsi per raggiungere l’ospedale e migliorando la qualità del suo tempo. Soprattutto, permette di individuare eventuali complicanze precocemente senza che il paziente si debba recare in ospedale.

Infatti, i cycler più moderni, consentono di avere una comunicazione bidirezionale tra il paziente e il nefrologo mediante un modem e una connessione internet. I dati raccolti vengono registrati e inviati ad una piattaforma in cloud, dove sono disponibili in tempo reale e analizzati dal personale sanitario, mentre il paziente è comodamente presso il proprio domicilio.

Quindi il nefrologo è in grado di valutare a distanza e in qualsiasi momento l’adeguatezza del trattamento e può agire in maniera più tempestiva qualora si presentino problematiche o la necessità di correggere allarmi, apportando modifiche alle prescrizioni.

L’uso del RPM applicato alla dialisi peritoneale automatizzata consente un uso efficiente delle risorse sanitarie, migliorando la personalizzazione della prescrizione e i risultati clinici. Tale metodica è molto utile soprattutto per i pazienti che hanno difficoltà a raggiungere il centro nefrologico (anziani, pazienti che vivono lontano dall’ospedale, ecc.), inoltre il paziente si sente più tranquillo e maggiormente seguito dal team nefrologico e di conseguenza dimostra una maggiore compliance al trattamento.

  • Articolo a cura di Fabiana Viscido | Infermiera