Il rischio di mortalità cardiovascolare legato all'esposizione anche a basse concentrazioni all'inquinamento atmosferico, anche inferiori ai livelli target raccomandati dalle politiche di sanità pubblica, non è cambiato, sebbene i livelli di inquinamento atmosferico siano complessivamente diminuiti in un periodo di 22 anni. Nonostante ci siano alcune moderate differenze geografiche, risulta infatti che le concentrazioni di inquinanti nell'aria sono generalmente diminuite nella maggior parte delle regioni, anche se persiste in media un numero considerevole di giorni che superano gli attuali standard di qualità fissati dall'Oms e in alcune regioni si stia assistendo invece ad una tendenza opposta, con livelli di inquinamento in aumento che potrebbero essere attribuiti agli incendi boschivi.
Effetti inquinamento atmosferico su mortalità cardiovascolare e respiratoria Sebbene i livelli di inquinamento atmosferico siano diminuiti durante il periodo di studio, le dimensioni dell'effetto per unità di aumento della concentrazione di inquinamento non sono cambiate.
È il risultato di uno studio, pubblicato a settembre 2024 su The Lancet, che ha analizzato le variazioni temporali negli effetti a breve termine dell'inquinamento atmosferico sulla mortalità cardiovascolare e respiratoria in 380 aree urbane del mondo in un periodo di 22 anni (1995-2016).
Considerando che negli ultimi anni numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato il collegamento tra l'inquinamento atmosferico ambientale, tra cui il particolato come il PM10 e PM2,5 e il biossido di azoto, ed un significativo aumento della mortalità e morbilità globale, non risulta tuttavia chiaro se la vulnerabilità delle popolazioni a questi inquinanti sia cambiata nel tempo.
I ricercatori hanno pertanto valutato se i cambiamenti nell'esposizione fossero associati a cambiamenti nelle stime dell'effetto sulla mortalità nel tempo. Questo studio fornisce la prova che gli effetti correlati sulla mortalità non sono cambiati .
Occorre tuttavia ancora comprendere le tendenze temporali degli effetti dell'inquinamento per stimare con maggiore precisione i futuri benefici o svantaggi per la salute di diversi scenari di emissioni tenendo conto delle politiche di mitigazione della qualità dell'aria e dei cambiamenti climatici.
Dallo studio emerge che il rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare è aumentato nel 2005 e nel 2012, quando è passato dapprima allo 0,61% e poi allo 0,85% rispetto allo 0,37 nel 1998. È stato rilevato inoltre un cambiamento temporale significativo borderline nella stima degli effetti per PM 2.5 e mortalità cardiovascolare, con un rischio cardiovascolare maggiore nella regione delle Americhe rispetto a quella europea, in quanto le diminuzioni nelle concentrazioni di PM 2.5 sono state più modeste nel periodo di studio analizzato.
Lo studio evidenzia che sono ancora molto elevati i decessi correlati all'inquinamento, oltre 21,6 milioni quelli cardiovascolari e 7,7 milioni quelli respiratori nelle coorti di popolazioni analizzate. Tutti e tre gli inquinanti atmosferici hanno mostrato concentrazioni decrescenti nel tempo e i risultati non hanno suggerito alcun cambiamento temporale significativo nelle stime degli effetti per unità di esposizione e mortalità.
Sebbene i livelli di inquinamento atmosferico siano diminuiti durante il periodo di studio, le dimensioni dell'effetto per unità di aumento della concentrazione di inquinamento non sono cambiate. Ciò potrebbe essere dovuto alla composizione e alla tossicità complessiva del mix di inquinanti nonché ad altri fattori come i determinanti socioeconomici e i cambiamenti nella distribuzione o nella suscettibilità della popolazione.
Il rischio per la salute è pertanto rimasto stabile e costante nel tempo, pur considerando le variazioni temporali, i cambiamenti nel comportamento umano (l'uso di mascherine , purificatori d'aria, tempo trascorso all'aperto), la maggiore aspettativa di vita, l'invecchiamento della popolazione e la maggiore prevalenza di malattie croniche.
In un contesto ambientale e sociale complesso e in continua evoluzione nel tempo, potrebbe pertanto essere necessario condurre ulteriori studi, aumentando paesi e città del mondo, per attribuire il rischio cardiovascolare in maniera più accurata, specialmente per l'esposizione all'inquinamento atmosferico a basse concentrazioni. I ricercatori sostengono che intanto potrebbe essere utile adattare ed espandere le politiche di sanità pubblica con misure di mitigazione del rischio.
Riferimenti Temporal variation in the short-term effects of ambient air pollution on cardiovascular and respiratory mortality: a pooled analysis of 380 urban areas over a 22 years-old Temporal variations in the short-term effects of ambient air pollution on cardiovascular and respiratory mortality: a pooled analysis of 380 urban areas over a 22-year period Maximilian Schwarz, MSca,b maximilian.schwarz@helmholtz-munich.de ∙ Prof Annette Peters, PhDa,b,c,d ∙ Massimo Stafoggia, PhDe ∙ Francesca de'Donato, PhDe ∙ Francesco Sera, PhDf ∙ Prof Michelle L Bell, PhDg,h∙ et al.