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La tesi della collega Matilde Gruppioni ha analizzato i dati della realtà bolognese ribadendo quanto il fattore tempo sia fondamentale nei casi di arresto cardiaco

Analisi sull’efficacia di una Rianimazione Cardio Polmonare precoce nelle città di Imola e Bologna” è il titolo della tesi della collega Matilde Gruppioni, laureatasi in Infermieristica poco più di due settimane fa presso l’Università degli Studi di Bologna. Il suo lavoro è stato relato da Andrea Finelli, docente di Infermieristica dell’Area Critica.

Matilde durante i festeggiamenti dopo la sua proclamazione.

Matilde è nata in provincia di Siena ed è cresciuta a Bologna; oggi ha 25 anni ed appartiene alla nutrita schiera degli studenti-lavoratori. Le abbiamo posto qualche domanda per conoscere alcuni dettagli del suo lavoro di tesi e per sapere qualcosa di più sulla sua esperienza. Vediamo cosa ci ha raccontato.

Hai frequentato il corso di Laurea in Infermieristica mentre, nel frattempo, lavoravi in altri settori. Quali sono state le maggiori difficoltà che hai incontrato?

Ho lavorato tutti e tre gli anni di università, sempre in ambito commerciale/relazionale. Ho lavorato per pagarmi gli studi, per non pesare sulle spalle di mia mamma e per poter dire a me stessa che sono capace di arrivare dove voglio con le mie forze. Le maggiori difficoltà le ho riscontrate durante il tirocinio, perché la somma delle ore è stata terrificante: tra lavoro e tirocinio più di 60 ore a settimana, 36 di tirocinio e 24-28 di lavoro. Ma la cosa che mi ha veramente distrutto sono stati gli esami dopo questo periodo di tirocinio, perché non ho avuto nessuno “stacco”, nessuna pausa che mi abbia permesso di arrivare con calma e massima preparazione agli esami.

Come reputi il livello di preparazione, teorica e pratica, che ti ha fornito l’università? Hai delle proposte per migliorare qualcosa?

Il livello teorico e pratico ricevuto dall’università lo ritengo abbastanza formativo, anche se sinceramente credo che sarebbe opportuno prevedere un tirocinio più lungo e lezioni più centrate rispetto al nostro lavoro in modo da preparare meglio gli studenti sul livello pratico.

Prima di diventare infermiera hai prestato servizio come volontaria in ambulanza per diversi anni; ti va di raccontarci qualcosa di questa tua esperienza? Come hai cominciato? Che peso ha avuto nella tua scelta di intraprendere poi gli studi in Infermieristica?

Nel periodo di tempo che è intercorso tra il mio esame di maturità e l'inizio della mia esperienza universitaria ho intrapreso il percorso nell’associazione della Pubblica Assistenza di Bologna. Sono stati anni davvero intensi e belli, formativi soprattutto! Ho potuto confrontarmi con alcuni dei miei limiti personali, come la paura di non essere all'altezza o la paura di svenire davanti a situazioni complesse ed emotivamente pesanti. Con il passare del tempo ho acquisito più sicurezza e controllo, della mia emotività e delle mie paure. Mi sono scontrata con molteplici situazioni cliniche, dalla semplice febbre o intossicazione al suicidio o al maxi tamponamento, ma in tutte queste situazioni mi sono sentita a mio agio, con la consapevolezza di poter essere utile. Iniziando l'università mi sono resa conto che le mie competenze crescevano così come  cresceva anche la mia autonomia nel prestare servizio alle persone. L'esperienza del percorso in ambulanza mi ha reso evidente come questo fosse un lavoro a me affine e mi ha dato la motivazione di iniziarlo e soprattutto di portarlo fino in fondo nel modo migliore possibile.

La tua tesi è un’interessante “Analisi sull’efficacia di una Rianimazione Cardio Polmonare precoce” nella realtà bolognese; dalle tue ricerche cosa è emerso?

La mia tesi è stato un studio che ha portato alla luce come l'importanza del personale non sanitario definito “laico” sia fondamentale per combattere questa guerra contro il tempo che facciamo tutti i giorni rispetto alla patologia dell'arresto cardiaco. È emerso anche come sia importante formare e far conoscere alle persone le giuste attività, perché manovre sbagliate o la non conoscenza portano a risultati negativi nella quasi totalità dei casi di pazienti colpiti da arresto cardiaco.

Ci spieghi brevemente che cos’è la “Settimana Viva”?

La Settimana Viva è una settimana importantissima che si svolge in tutti i paesi europei che hanno aderito a questo evento sponsorizzato dall'Unione Europea. In questo evento vengono sensibilizzate le persone rispetto alla patologia dell’arresto cardiaco mediante prove pratiche, immagini, video, lezioni indirizzate al personale “laico”; tutto questo avviene grazie all’impegno di personale sanitario, volontari delle varie ONLUS come Croce Rossa, Pubblica Assistenza, ecc.

Ti sei laureata da pochissimo; come pensi di muoverti per la ricerca del lavoro? Stai valutando la “carta estero”?

Penso che incomincerò a guardare i vari concorsi, a portare in giro i miei curricula in studi medici, ambulatori privati, ecc. E in tutto ciò sì, valuto anche la possibilità di trovare un impiego nell'ambito in cui mi sono laureata anche all'estero, che sia una semplice esperienza di un anno o più, oppure per tutta la vita.

Cosa consiglieresti a chi, come hai fatto tu, finiti gli studi superiori vuole intraprendere gli studi infermieristici?

Io consiglio di valutare cosa vogliano fare veramente nella vita e se questa strada gli possa piacere veramente, di provare a “buttarsi” a 360 gradi e di non abbattersi alle prime difficoltà, perché ce ne saranno tante fin da subito, ma saranno tante tante anche le soddisfazioni.

Grazie Matilde, in bocca al lupo per il futuro!