In Campania Emergency rafforza il suo intervento
Dopo un primo colloquio telefonico, gli operatori di Emergency arrivano in casa dei pazienti, che sono stati segnalati dai servizi territoriali (medici di famiglia, servizi sociali, etc), per valutare la condizione e i bisogni della persona fragile. Successivamente gli infermieri e gli operatori si occupano di realizzare interventi di educazione sanitaria, indicando ai caregiver e/o al paziente in che modo migliorare il percorso terapeutico. A cadenza trimestrale, verificano il raggiungimento degli obiettivi fissati all’inizio del percorso di cura.
È un progetto sperimentale: un sostegno infermieristico e sociale a pazienti che si trovano in situazioni di grave disagio sociale e che riportano significativi problemi di salute. Non vogliamo sostituirci all’Assistenza Domiciliare Integrata offerta dall’ASL ma operare in maniera complementare ad essa. Il nostro obiettivo è aiutare il paziente e i caregiver dal punto di vista dell'educazione e dell'empowerment individuale. Vogliamo dare un supporto non solo in relazione alla salute ma anche ai bisogni sociali – spiega Sergio Serraino, coordinatore dell’ambulatorio di Emergency a Castel Volturno. – Questa attività ci sta restituendo uno screening del territorio e dei suoi bisogni. Ci sta facendo entrare ancora più in contatto con situazioni di vulnerabilità di persone italiane che vivono sole e in condizioni abitative estremamente precarie.
Dall’inizio dell’attività sono state prese in carico dodici persone, segnalate a Emergency da ASL, Servizi Sociali, medici di famiglia, farmacie. Si tratta di pazienti italiani e stranieri affetti da sclerosi multipla, morbo di Parkinson, tumori, esiti di emorragia cerebrale, patologie croniche. Il progetto vuole migliorare la salute di persone fragili agendo attraverso la figura del caregiver quando è presente, ruolo centrale nell’assistenza domiciliare – spiega Marcello Kurtam, infermiere di Emergency –. Imparare a gestire le terapie, le procedure da seguire e gli strumenti da utilizzare, è una forma di prevenzione e serve a impedire che le condizioni del paziente peggiorino.”