Se da un lato in questi ultimi mesi sono montate le proteste di molti studenti infermieri per i quali i tirocini clinici, tappa fondamentale del processo di apprendimento, sono ancora bloccati causa emergenza Covid-19 (è il caso, ad esempio, di testimonianze provenienti
), dall’altro non mancano esperienze di resilienza e adattamento. È il caso degli studenti dell’UniBa sede di Lecce, che hanno potuto toccare con mano che cosa significhi l’assistenza al paziente Covid.
Lecce, l’esperienza di tirocinio degli studenti infermieri in era Covid-19
Studente infermiere durante il tirocinio in reparto Covid-19
Sin dall’inizio del nostro percorso universitario comprendiamo che il Nursing è una scienza, non qualcosa di statico ma qualcosa in continuo divenire e se l’Infermieristica si evolve allora anche la formazione di noi studenti si deve adeguare a questo cambiamento. Questa esigenza formativa si presenta, più che mai, in questo periodo di emergenza: la scienza va avanti, il Nursing va avanti e noi studenti non possiamo rimanere indietro.
È questo che ha spinto Cosimo Caldararo , Direttore delle Attività didattiche e di tirocinio dell’UniBa sede di Lecce e noi studenti del CdL a strutturare un percorso di formazione teorica e pratica sull’Assistenza Infermieristica al Paziente Covid positivo .
Questo è stato possibile grazie al supporto dell’Università, della direzione dell’Asl Lecce, del Servizio Prevenzione e Sorveglianza Sanitaria, ai Direttori e ai Coordinatori delle UO e alla nostra volontà di partecipare ad un percorso innovativo che possa renderci, ancor di più, dopo la laurea dei professionisti consapevoli, autonomi e responsabili.
La formazione è iniziata in aula dove i docenti hanno integrato i loro programmi con le informazioni sugli ultimi studi su Covid-19 e la didattica è stata affiancata da corsi teorico/pratici sui sistemi informatici in uso e sull’utilizzo dei DPI di III categoria . A seguito della formazione e del nulla osta del medico competente è iniziata l’attività di tirocinio clinico divisa in 3 step: SISP, Rianimazione Covid e Pronto Soccorso.
Servizio Igiene e Sanità Pubblica (SISP) Il SISP ci ha permesso di approfondire l’attività di Contact Tracing (sorveglianza sanitaria) e l’assistenza a domicilio per i pazienti Covid positivi . Inoltre abbiamo avuto l’opportunità concreta di relazionarci con professionisti della sanità che in Ospedale non troviamo, siamo riusciti ad apprezzare e a comprendere meglio il mondo distrettuale e tutto ciò che riguarda l’extraospedaliero e soprattutto i nostri docenti e tutor clinici al SISP ci hanno spronato a non vivere passivamente le informazioni che quotidianamente abbiamo registrato ma a pensare come dei professionisti, studiando quei dati ed eventualmente costruendo un percorso di tesi.
Studenti in rianimazione Covid
Il secondo step è stata la Rianimazione Covid, un’esperienza indimenticabile per noi studenti. La sofferenza e la solitudine di questi pazienti sono sicuramente ricordi che ci porteremo a lungo.
Il suono delle pompe infusionali, l’allarme dei monitor che si diffonde nell’ambiente in maniera martellante, le file delle postazioni letto di pazienti collegati ai respiratori, lo “sbuffo” dell’ossigeno, il carrello delle urgenze, gli “uomini in tuta” che si muovono in fretta da un paziente all’altro.
Tutto questo ci ha portati in una realtà ben differente da quella a cui eravamo abituati nei reparti “puliti”, ma la competenza dei tutor clinici che ci hanno seguito ci ha permesso di avere un’alta formazione nell’assistenza al paziente critico.
Non è stato tutto semplice. Il primo giorno siamo arrivati in ospedale come ogni altro turno del nostro tirocinio e sembrava tutto così normale fin quando non abbiamo indossato l’enorme tuta bianca, calzari, visiera, mascherina FFP3 e tre paia di guanti.
Sembrava tutto così surreale e molto diverso da ciò che eravamo abituati a vedere al telegiornale e nella vita all’esterno: una semplice FFP2 che indossiamo per fare una passeggiata al parco faceva un baffo a quell’enorme impalcatura che avevamo addosso. Non neghiamo che la paura era tanta e l’adrenalina altrettanta, ma appena superata la porta della zona filtro ci siamo ritrovati in una realtà non percepibile dall’esterno.
Con il susseguirsi dei turni ci siamo integrati a pieno riuscendo a fare nostri i processi di questa nuova realtà assistenziale. Abbiamo sperimentato, ancor di più rispetto al tradizionale tirocinio , che non ci si può abituare mai alla perdita di un paziente per il quale impieghi tutte le tue forze, sia lavorative sia emotive e che ogni fine turno per quanto tu possa essere forte è come lasciare un pezzo di sé stessi lì dentro.
Fondamentale è stato il lavoro dei nostri tutor clinici, in rapporto 1 a 1 con noi studenti, che ci hanno seguito dal primo momento valutando le nostre capacità e poi cercando di renderci il più autonomi possibile nei processi assistenziali.
Ora ci prepariamo al terzo step in Pronto Soccorso, che ci darà la possibilità di formarci, ancor di più, nella gestione dell’emergenza e dell’urgenza.
Ringraziamo tutti coloro che ci hanno permesso di realizzare questo percorso dandoci così non solo la possibilità di formarci, ma anche di fare la nostra parte nella lotta contro il Covid
Articolo a cura di Federico Cucci e Gabriele Paglialunga - Studenti infermieri