Uno studio pubblicato sull’American Heart Journal riporta che l’attività lavorativa che supera le 10 ore al giorno condotta per almeno 50 giorni all’anno rappresenta un potenziale fattore di rischio per lo stroke. Se fosse condotto un sottostudio specifico sulla salute dei professionisti sanitari si potrebbero avere ulteriori informazioni su come e quanto incida un orario lavorativo eccedente le 7 ore e quali potrebbero essere le strategie di prevenzione delle patologie legate al lavoro.

Associazione tra orario di lavoro prolungato e rischio di stroke

Nel mese di giugno 2019 sull’American Heart Journal è stato pubblicato un articolo che mette in relazione l’orario di lavoro prolungato (più di 10 ore al giorno) con un aumentato rischio di stroke.

Alla base di questo report c’è l’assunto che il Long Working Hours (LHW), cioè l’attività lavorativa che supera le 10 ore al giorno condotta per almeno 50 giorni all’anno, sia un potenziale fattore di rischio per lo stroke.

Sono stati condotti altri studi sulla relazione diretta o indiretta delle condizioni di lavoro sull’aumento del rischio di stroke, aritmie cardiache o coagulopatie in soggetti in LWH e viene sottolineato che turni irregolari, lavoro notturno e lavori particolarmente stressanti (fisicamente e mentalmente) non sono condizioni lavorative salutari.