La crescente innovazione tecnologica degli ultimi decenni e la continua introduzione di tecnologie in campo sanitario rendono ormai indispensabile la messa a punto, per le organizzazioni sanitarie, di uno strumento per misurare e valutare la validità e la sicurezza delle tecnologie sanitarie. L’Health Technology Assessment (HTA) può essere considerata il ponte fra la scienza e la programmazione, producendo e sintetizzando le informazioni necessarie ai processi decisionali connessi allo sviluppo dei sistemi sanitari nazionali e regionali, alla gestione delle organizzazioni sanitarie e alle scelte dei comportamenti clinici quotidiani.
HTA, innovazione tecnologica e assistenza infermieristica
Per tecnologia sanitaria s’intende una vasta gamma di strumenti e procedure che, all’interno del sistema sanitario, permettono di promuovere la salute, prevenire e trattare le malattie e migliorare la riabilitazione e le cure a lungo termine. Sotto la spinta di una maggiore e più consapevole domanda di salute da parte della popolazione vi è stato un proporzionale sviluppo della ricerca tecnologica, in questo contesto il sistema sanitario è obbligato ad una continua innovazione pur rispettando i vincoli economici e di appropriatezza.
L’uso delle tecnologie è entrato nella pratica quotidiana del nursing. Ma gli infermieri, proprio per la loro specificità, devono assumere un ruolo di mediazione costruttiva tra tecnologia e persona assistita. Il nursing è una scienza sociale e come tale risente della pervasività tecnologica nell’intero sistema, sta ai singoli professionisti utilizzare al meglio questa preziosa risorsa. Non è la tecnologia di per sé che depersonalizza il nursing, quanto piuttosto come e in quale contesto il singolo applichi questa tecnologia.
Ruolo dell’infermiere nella HTA
L’evoluzione del profilo professionale, derivante dalle modifiche di legge degli ultimi anni, permette all’infermiere di essere attore, assieme ad altri utenti professionali, del processo di sviluppo e diffusione delle tecnologie biomediche. Il punto 2.7. del codice deontologico dà indicazioni di massima per la professione infermieristica in quanto, dice, è un dovere etico operare affinché le risorse a disposizione, tra cui quelle tecnologiche, siano utilizzate in modo ottimale e seguendo il principio di equità, in carenza delle stesse, individua le priorità sulla base di criteri condivisi, cosa che prevede una approfondita valutazione delle alternative a disposizione.
Elementi importanti si ricavano anche dalla lettura di altre leggi riguardanti la professione infermieristica, il DL. 739/94 e la legge 42/99. Nell’articolo 1 comma 3 si sottolinea la funzione dell’infermiere nell’identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività utile nella prima fase del processo di HTA, inoltre l’infermiere pianifica gestisce e valuta gli interventi di assistenza e garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico terapeutiche, attività che prevedono l’uso di strumenti, presidi e tecnologie sempre più avanzate.
Queste capacità attribuite dal profilo professionale sono, dopo l’emanazione della legge 42/99, contraddistinte da autonomia e responsabilità e liberate dalla catena del mansionario. Di fatto in questi ultimi anni l’infermiere ha acquisito, grazie a percorsi di formazione in ambito universitario, maggiori competenze, autonomia decisionale e capacità di valutazione nei processi assistenziali per i quali sempre più frequentemente è previsto l’utilizzo di tecnologie.
Pensiamo in particolare a quei contesti di cure intensive, dove l’infermiere utilizza quotidianamente nel corso della propria attività apparecchi e procedure di varia complessità ed è per questo che è necessario che venga coinvolto nella valutazione di nuovi dispositivi eventualmente introdotti nelle pratiche clinico-assistenziali e di conseguenza nelle decisioni d’acquisto. Il fatto stesso che gli infermieri utilizzano con maggior frequenza e quotidianamente tecnologie li rende consapevoli di poter esprimere indicazioni utili rispetto all’introduzione di una nuova metodica o strumento, è necessario che il personale che utilizza nuove tecnologie sia motivata ad utilizzarla e questo si può realizzare attraverso un suo coinvolgimento e partecipazione al processo di HTA.
La valutazione dell’efficacia clinica è affidata principalmente alla ricerca medica, ma la tecnologia secondo molti autori non è fatta solo di oggetti e strumenti, ma anche di azioni e processi nei quali gli infermieri sono costantemente presenti. L’idea che la valutazione delle tecnologie non consista solo nella verifica funzionale di un insieme di macchine è particolarmente apprezzata in campo infermieristico, le tecnologie sono efficaci se abbinate ad una consapevole e competente relazione interpersonale.
Abbinare opportunamente conoscenze tecniche e capacità di individuare effetti indesiderati, aggiornamento costante e valutazione dei costi e delle risorse necessarie per la gestione e la manutenzione di nuove apparecchiature sono alla base di un corretto approccio all’HTA e corrisponde alla natura della professione infermieristica. L’apporto originale che gli infermieri possono dare è quello di evitare un impiego della tecnologia in senso strettamente meccanicistico, ponendo maggiore attenzione alle relazioni interpersonali, al sistema informativo, insomma avere cura di quell’insieme di processi sociali indispensabili a rendere le scoperte scientifiche e tecnologiche veramente utili al miglioramento della vita delle persone.
Il ruolo dell'infermiere nella valutazione delle tecnologie sanitarie è estremamente importante e multisfaccettato. Gli infermieri svolgono un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza, l'efficacia e la qualità delle tecnologie sanitarie utilizzate all'interno dell'ambiente clinico.
HTA e TeleNursing
L’assetto demografico che si sposta sempre più verso la terza età, la mancanza di personale infermieristico sempre maggiore, l’aumento di patologie croniche e degenerative, la continua evoluzione dell’assetto sanitario, sono tutti campanelli d’allarme che ci indicano come la strada della Telesalute prima e del Telenursing poi, sia necessariamente percorribile da ora ai prossimi anni.
Naturalmente quello del maggior numero di persone anziane affette da pluri-patologie, fragili, sole e in condizioni socio-economiche svantaggiate non è l’unico dei problemi emergenti. A questo possiamo aggiungere un esponenziale aumento anche della popolazione proveniente da altre parti del mondo che presenterà dei bisogni di salute diversi con cui confrontarsi.
Inoltre, in una società moderna, complessa, globale e multiculturale, la fetta di giovani-adulti modifica il proprio approccio alla salute predisponendo ed indirizzando la società stessa verso impercettibili, ma profondi, cambiamenti che riguardano le modalità di richiesta, di accesso e di consumo delle prestazioni sanitarie e sociali.
In quest’ottica la Telemedicina si inserisce come strumento valido per facilitare, ottimizzare e velocizzare tutti i processi correlati direttamente o indirettamente all’offerta e alla fruizione dei servizi e delle prestazioni sia nel settore pubblico, sia in quello privato come pure in quello privato accreditato, per finire al singolo professionista.
Tuttavia, questo fenomeno va attentamente studiato perché apre alcune questioni attualmente dibattute. La prima riguarda la velocità con cui le innovazioni tecnologiche vengono elaborate e poste a disposizione del settore sanitario che sicuramente è, almeno apparentemente, di gran lunga superiore alla velocità con cui vengono applicate. La seconda riguarda il target, cioè vale a dire chi sono i possibili fruitori, che tipo di vantaggio possono avere quando ricorrono a innovazioni tecnologiche e informatiche anche molto spinte e con quale rapporto costo/beneficio.
Il terzo aspetto è quello della sicurezza delle cure e del trattamento, con modalità nuove, di dati sensibili che espongono inevitabilmente a dei rischi che in questo lavoro di tesi si proverà ad analizzare.
A questo proposito occorre precisare che per salvaguardare la qualità e la sicurezza delle cure cui i pazienti si affidano, è precipuo dovere di tutti gli esercenti le professioni sanitarie quello di conoscere e divulgare i criteri parametrali definiti a livello europeo che consentono l’uso di dispositivi, strumenti, applicazioni tecnologiche ed informatiche in commercio e disponibili.
Strumenti e dispositivi nuovi devono essere conformi agli standard minimi di sicurezza per la persona derivanti dalla loro applicazione.
Oggi l’infermiere si trova a dover affrontare diverse sfide professionali. Una delle più complesse è difficili sicuramente è quella di adeguarsi al passo con cui l’avanzare delle novità tecnologiche ed informatiche viene applicato in Sanità. La tecnologia deve rappresentare sicuramente un’opportunità e non una criticità, uno strumento che favorisce l’efficacia, l’efficienza e la qualità delle prestazioni e il miglioramento dei processi di cura e assistenza e non un ostacolo alla pratica clinica e all’evolversi dei modelli operativi, organizzativi e gestionali con cui vengono offerti i servizi.
È raro oggi in Italia poter effettuare un’analisi delle esperienze in tal senso soprattutto nella Sanità Pubblica. Diverso il discorso per ciò che concerne la Sanità in ambito privato dove l’infermiere libero professionista è spesso inserito in meccanismi lavorativi più aperti al cambiamento gestionale e favorevoli all’utilizzo e all’implementazioni delle innovazioni tecnologiche al fine soprattutto di ottimizzare l’uso di risorse e integrare le attività tra Territorio e Domicilio.
Dalla disamina delle principali applicazioni si può notare come presidi, strumenti, tecnologie e innovazioni servono soprattutto a rendere più semplice la registrazione, l’archiviazione, l’elaborazione e la trasmissione di una miriade di dati e informazioni. Questo permette diversi vantaggi sia per l’Infermiere, per i pazienti che per le istituzioni sanitarie pubbliche e private.