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Per l'ex-presidente dell'IPASVI la Laurea Magistrale deve essere ridefinita: il professionista Infermiere è oggi sempre più competente nelle aree chirurgiche, pediatriche, psichiatriche, geriatrico, emergenza-urgenza e sanità pubblica.

TRIESTE. "Il Sistema Sanitario Nazionale è in continua evoluzione e in un sistema che cambia non possono mancare nuovi ruoli e nuove responsabilità per i professionisti della salute, in special modo per gli Infermieri Italiani". Ha esordito così Annalisa Silvestro, membro ed ex-presidente della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI e attuale senatrice del Partito Democratico, nel corso del suo lungo intervento al convegno di ieri a Trieste su "L'Infermiere, il cittadino, la sanità: come cambia la comunicazione, come evolve la norma".

L'iniziativa, organizzata dal locale Collegio IPASVI in collaborazione con l'Ordine Regionale degli Giornalisti e rappresentanti del mondo degli Avvocati e dei Magistrati, è stata insistentemente voluta dal presidente degli Infermieri triestini Flavio Paoletti.

La Silvestro si è intrattenuta sul Disegno di Legge sulla "Responsabilità professionale in ambito sanitario", ideato dall'on. Federico Gelli (PD), che sancisce per la prima volta delle responsabilità di gruppo.

"Siamo pronti a difenderci nei tribunali? E soprattutto siamo pronti a difendere i nostri pazienti davanti ad un magistrato? - si è chiesta la senatrice PD - Spesso ad essere chiamato in causa oggi in un processo è il medico, ma assistiamo sempre più ad iniziative giudiziarie che vedono protagonisti anche gli Infermieri, che deve dipanarsi tra i mille rivoli delle normative oggi in essere."

L'Infermiere moderno viene visto dalla società, ma anche dalla magistratura e dai legali, come un professionista unico-polivalente. Così non è e ci si sta sempre più specializzando in aree specifiche dell'assistenza.

Infatti, spiega la Silvestro, "possiamo così suddividere la categoria":

1) Infermieri professionisti (Laurea triennale);

2) Infermieri specializzati (senza Master o con Master);

3) Infermieri coordinatori (con Master);

4) Infermieri dirigenti (con Magistrale).


"A sua volta la Magistrale deve essere rivisitata, così com'è non risponde più alle esigenze di formazione degli Infermieri e alle richieste d'assistenza mirata dell'utenza - conclude la senatrice - ecco perché la Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI ha preparato una proposta seria e risolutiva".

Di cosa si tratta?

Della rielaborazione del concetto di Laurea Magistrale che deve formare il cosiddetto Infermiere Specialista Clinico, che abbia la possibilità reali di specializzarsi (e di essere riconosciuto economicamente e professionalmente) nelle aree:

1) chirurgica;

2) geriatrica;

3) pediatrica;

4) psichiatrica;

5) urgenza-emergenza;

6) sanità pubblica.


Per concludere, l'ex-presidente IPASVI riferendosi alla concezione dell'Infermiere da parte della popolazione e degli altri professionisti non necessariamente sanitari ha ricordato che: "occorre aprirsi al mondo esterno, senza remore reverenziali".