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Per fare l’infermiere con Partita Iva bisogna pensare di avere un valore
Materiale di un'infermiera libera professionista
Quando cerco di spiegare che sono un’infermiera che non lavora in ospedale, lo sguardo cambia. Se poi cerco di aggiungere che non lavoro nemmeno per un medico e che nessuno mi dice quello che devo fare, allora la confusione è totale.
Ma quindi tu cosa fai, di preciso? . L’infermiera , esclamo e qui di solito si chiude il discorso, perché proprio no, non ci si arriva nemmeno con l’immaginazione. Già, perché l’infermiere, persino nell’immaginario collettivo, è agli ordini del coordinatore, sull’attenti di fronte al medico, snervato professionista che si prende la colpa per tutto ciò che accade di negativo mentre è esente dal merito di tutto ciò che avviene di buono.
Ma se lo togliamo dalle mura dell’ospedale, nemmeno lui, l’infermiere, sa esattamente chi è. La nemica numero uno è la Partita Iva, quell’entità che ti rovinerà sicuramente: con lei arriva il suo braccio destro, il commercialista , pronto a prelevare dalle tue tasche tutti i miseri spiccioli che tu, con tanta fatica, sei riuscito a richiedere per prestazioni che peraltro a te sono costate anni di università, di fatica, di corsi dispendiosi, ma che tu non riesci a vendere ad un prezzo che copra almeno l’usura delle suole delle tue scarpe e il tempo che ci metti ad arrivare a destinazione.
Se poi sei considerato davvero un amico, solo allora l’infermiere ti parlerà della seconda nemica, ancora più subdola della prima perché totalmente sconosciuta e ancora più terribile: l’Enpapi, un’entità astrale che batte cassa per nulla (almeno le tasse servono a mandare avanti lo stato, ma Enpapi che se ne fa dei miei soldi?), che non ha volto, che prende senza mai dare.
Per ultimo, superate queste angosciose paure e aperta la Partita Iva, mi siedo e aspetto. Aspetto che qualcuno mi chiami, che abbia bisogno di me. Posso dare il tuo numero? No . No, perché poi mi chiamano e mi disturbano, e magari è spam, magari mi chiamano quando non posso e allora lascia stare, che se mi vogliono mi trovano.
Ma comunque non capisco: dicono che mancano gli infermieri, ma a me non chiama nessuno... ah già, non hanno il mio numero, ma va beh... Investire? Nella professione? Perché? Gli ECM? Faccio quelli gratis che mi capitano, mica quelli che mi aiuterebbero a crescere, intanto non servono a nulla!
Investire nel commercialista? Ma se mi tocca già spendere ben €10 per il bollettario per le fatture, ma siamo matti? Un sito internet? A cosa vuoi che serva un sito?
Con questa parodia mi incrocio ogni giorno: colleghi spaventati dai racconti mitologici di altri che non ce l’hanno fatta e che hanno ripiegato verso l’ospedale. Ma il mito spesso non corrisponde a verità: per fare l’infermiere in partita iva bisogna solo modificare l’approccio alla professione, bisogna solo pensare di avere un valore.