Il self care, definito come il processo di mantenimento della salute attraverso pratiche di promozione della salute e gestione della malattia anche nelle situazioni di cronicità, vale anche per le persone portatrici di stomie intestinali e urinarie, verso le quali sinora sono stati tuttavia affrontati soltanto alcuni aspetti come la self efficacy e l'adattamento. Migliorare complessivamente il self-care nei pazienti con stomia e nei loro caregiver familiari è l'obiettivo che per la prima volta si pone uno studio clinico randomizzato controllato, tuttora in corso, sviluppato e finanziato dalla LILT, in collaborazione con l'Opi di Roma.

Modello del case management nella riabilitazione del paziente stomizzato

LILT, in collaborazione con l'Opi di Roma, ha sviluppato e finanziato uno studio clinico randomizzato controllato con obiettivo il miglioramento del self-care nei pazienti con stomia e nei loro caregiver familiari.

Si tratta del progetto di ricerca “Promuovere il self-care e migliorare la qualità di vita: percorsi innovativi di riabilitazione del paziente stomizzato attraverso il modello del case management. Uno studio multicentrico”.

Il suo obiettivo è valutare l'efficacia di un intervento educativo nel migliorare il self-care, nel ridurre le complicanze stomali e peristomali e nel migliorare la qualità di vita.

Secondo l'Italian National Association for Incontinence and Ostomy Patients, l'European Ostomy Association e il United Ostomy Association of America, le persone con stomia intestinale e urinaria sono circa 70 mila in Italia, 700 mila in Europa ed un milione negli Stati Uniti.

Considerando che la stomia è spesso una condizione cronica che determina effetti fisici, psicologici e sociali e che può ridurre la qualità di vita non solo del paziente ma anche del suo caregiver familiare, la ricerca infermieristica è stata indirizzata dall'incidenza di tali problematiche allo studio di nuovi piani assistenziali al fine di garantire la migliore qualità di vita possibile e per consentire ai pazienti la gestione ottimale della stomia, limitando il rischio di complicanze.

Lo studio sta coinvolgendo, in maniera randomizzata, un gruppo sperimentale su cui si sta effettuando l'intervento educativo in programma ed un gruppo di controllo che sta ricevendo un'assistenza standard.

Il campione, composto da persone maggiorenni e in grado di parlare la lingua italiana, è costituito da portatori di una stomia intestinale (colostomia e ileostomia) e/o urinaria e dai loro caregiver, afferenti agli ambulatori che hanno aderito al progetto. Sono stati esclusi i pazienti minorenni e con disturbi psichiatrici e/o con deterioramento cognitivo grave. Sono stati coinvolti anche caregiver informali riconosciuti come tali dai pazienti.