Ancona, condanna per danno erariale all'infermiere che simulava vaccini
Riconoscendogli la responsabilità amministrativa, i giudici contabili gli contestano un danno patrimoniale di oltre 8mila euro, l'equivalente di cento dosi di vaccino che avrebbe sprecato anziché somministrarlo e della spesa costata allo Stato per predisporre personale e turni di lavoro stimata in più di 50 euro a seduta.
La vicenda risale al periodo a cavallo tra novembre 2021 e gennaio 2022 quando l'infermiere, assegnato all'hub vaccinale presso il centro sportivo Paolinelli di Ancona, avrebbe finto di somministrare il vaccino anti-Covid in cambio di denaro.
Per ogni dose non somministrata l'infermiere avrebbe intascato 300 euro da soggetti consenzienti che chiedevano di ottenere il green pass senza vaccinarsi. Egli avrebbe pertanto simulato le iniezioni spruzzando il contenuto della siringa a terra o dentro i cestini dell'immondizia. Arrestato in fragranza di reato nel corso di un'accurata indagine della squadra mobile su 77 persone coinvolte, l'infermiere venne arrestato e condotto in carcere.
Sebbene il danno erariale fosse stato inizialmente stimato più elevato (oltre 13mila euro per 115 dosi sprecate), la Corte dei Conti ha stabilito che l'infermiere dovrà pagare alle casse pubbliche 8.329,24 euro, di cui 1946 euro alla presidenza del Consiglio dei Ministri e 6.383,24 euro all'Azienda sanitaria unica regionale (Asur), suddivisa ora in cinque aziende sanitarie territoriali (Ast).
Dopo la chiusura delle indagini preliminari nel giugno 2023, la procura non si è ancora espressa sul rinvio a giudizio dell'infermiere verso il quale intanto è stata disposta la scarcerazione.