Lavandini possibile fonte di contaminazione durante lavaggio mani
Scritto il 18/11/2024
da Daniela Accorgi
Nel recente aggiornamento sulle "pratiche per prevenire le infezioni correlate allâassistenza tramite lâigiene delle mani"1 è stata posta grande attenzione sulle misure necessarie per prevenire la contaminazione delle mani e dellâambiente da agenti patogeni, in particolare lo Pseudomonas aeruginosa, presente nellâacqua dei lavandini o degli scarichi idraulici durante il lavaggio delle mani. Questa contaminazione potrebbe essere una delle cause della trasmissione ai pazienti dei microrganismi.
Attenzione alla qualitĂ dellâacqua negli ambienti sanitari
Queste raccomandazioni rappresentano una novitĂ nel consolidato quadro delle pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni attraverso lâigiene delle mani, confermando sempre piĂš quanto lâambiente possa essere una fonte di microrganismi potenzialmente patogeni.
Lâacqua è un elemento essenziale e onnipresente negli ambienti sanitari e socio-sanitari, impiegata in numerosi interventi, sia clinici che procedurali (ad esempio, pazienti in trattamento dialitico, sterilizzazione a vapore dello strumentario chirurgico, ecc.), nell'igiene dei pazienti, nelle fasi di lavaggio per il ricondizionamento dei dispositivi medici, nel lavaggio delle mani e nella pulizia delle superfici; ma l'elenco potrebbe continuare.
Lâattenzione alla qualitĂ dellâacqua negli ambienti sanitari è sempre stata oggetto di interventi strutturali, impiantistici e di monitoraggio, che comprendono, ad esempio, i sistemi di trattamento dellâacqua calda e fredda, la riduzione dei rami morti delle tubature, il controllo della potabilitĂ , la ricerca della legionella, fino allâabbattimento delle spore nel trattamento dialitico.
Si consideri che, per un trattamento dialitico settimanale, vengono utilizzati circa 350 litri di acqua trattata proveniente dal sistema idrico integrato. Controllare il lungo percorso dellâacqua nelle nostre strutture non è semplice, considerando che si tratta di metri e metri, anzi, chilometri di tubature.
Recenti e autorevoli pubblicazioni hanno evidenziato come i lavandini, i rubinetti, gli scarichi idrici rappresentino elementi che possono contribuire alla diffusione dei microrganismi potenzialmente patogeni.
Nei nostri lavandini le condizioni di umiditĂ , di ristagno e la presenza di sostanze organiche (come residui di farmaci o alimenti) favoriscono la colonizzazione di microrganismi, in particolare lo Pseudomonas aeruginosa e altri gram-negativi e la formazione di biofilm.
Il flusso d'acqua durante l'apertura dei rubinetti può creare degli schizzi; ogni âgocciolinaâ, ricadendo sulle superfici, può trasferire i microrganismi presenti nellâacqua. La dispersione può raggiungere fino a circa due metri di distanza dai lavandini.
Uno studio degli anni 2000 ha attribuito a questa modalitĂ di trasmissione un focolaio di Pseudomonas aeruginosa che ha coinvolto sette pazienti onco-ematologici, collegato a uno scarico di una vasca da idromassaggio.
Da quella pubblicazione, ulteriori studi hanno rilevato questa potenziale modalitĂ di trasmissione: unâinteressante e recente revisione li riassume2-3 con riferimento soprattutto alle terapie intensive, dove i lavandini sono spesso vicini ai âpunti di assistenzaâ.
Ă ormai noto che questi microrganismi sono la causa di molte infezioni correlate all'assistenza, specialmente quelle dovute a germi multiresistenti.
In particolare, lo Pseudomonas aeruginosa trova favorevole moltiplicarsi in ambienti umidi, favorendo la formazione di biofilm, una condizione che contribuisce alla protezione dei microrganismi dallâazione dei disinfettanti ma anche alla contaminazione dell'acqua potabile e dei rubinetti.
Infection Control Assessment and Response (ICAR)
L'attenzione a questi aspetti comportamentali e strutturali è anche oggetto di valutazione da parte di un sistema di accreditamento sviluppato dal CDC di Atlanta denominato Infection Control Assessment and Response (ICAR)6.
Lo strumento presenta numerosi moduli che vanno ad esplorare specifici aspetti relativi al rischio infettivo. Due di questi moduli - modulo 2: igiene mani7 e modulo 11: esposizione allâacqua8 - prevedono aspetti valutativi e osservazionali che ci riportano alle problematiche che abbiamo descritto.
I moduli sono suddivisi in due parti: la prima parte (parte A) riguarda le domande poste dal valutatore ai referenti individuati dalla struttura, mentre la seconda parte (parte B) riguarda le osservazioni sul campo.
Nella prima parte del modulo 2 si chiede se i lavandini vengono utilizzati âsolo per lavarsi le maniâ e non per smaltire residui di farmaci, di nutrizione enterale o latte materno. Le osservazioni riguardano almeno tre lavandini dei quali almeno uno nella stanza del paziente e vanno a verificare se lo scarico non sia otturato, che il lavandino sia libero da ingombri (es. flacone del sapone) e che i materiali puliti siano lontani da eventuali schizzi di acqua.
Il modulo 11 affronta diversi aspetti della quale vi proponiamo una sintesi rimandandovi per lâapprofondimento al documento completo. Nella prima parte si chiede se esiste un programma per la prevenzione e controllo della legionella e di altri agenti patogeni quali, ad esempio gli Pseudomonas, gli Acinetobacter, ecc. Se è messo in atto un sistema di valutazione e controllo di questo rischio attraverso prelievi di acqua e quando, eventualmente è stato effettuato lâultimo controllo. Se nel sistema di sorveglianza delle infezioni correlate allâassistenza venga valutata lâorigine correlata ai patogeni associati allâacqua
Si prosegue lâintervista affrontando quali misure sono state âmesse in campoâ per prevenire la contaminazione dei materiali utilizzate nellâassistenza ai pazienti dal rischio degli schizzi.
Per quanto riguarda la seconda parte, quella relativa allâosservazione, si prevedono diversi tipi di osservazioni: quelle relative allâutilizzo dei lavandini riguardano lâarea di preparazione dei farmaci, se questa è nelle vicinanze di un lavandino.
Si osserva se i materiali sono ârealmenteâ protetti dagli schizzi; la stessa osservazione è prevista per i lavandini presenti nelle stanze di degenza.
Raccomandazioni delle linee guida del 2023 rispetto ai lavandini
Molti aspetti richiedono un intervento sui sistemi impiantisti e una valutazione da parte della componente tecnica della struttura, ma altri riguardano direttamente i comportamenti degli operatori.
Misure per ridurre la contaminazione ambientale associata ai lavandini e agli scarichi dei lavandini (SHEA/IDSA/APIC 2023)*
Assicurarsi che i lavandini per il lavaggio delle mani siano costruiti secondo gli standard locali
Includere i lavandini per il lavaggio delle mani nelle valutazioni del rischio per il controllo delle infezioni associate allâacqua nelle strutture sanitarie
Se possibile, dedicare i lavandini al âsoloâ lavaggio delle mani
Educare gli operatori sanitari ad astenersi dallo smaltire sostanze che promuovono la crescita di biofilm (ad es. soluzioni endovenose, farmaci, alimenti ecc.) nei lavandini utilizzati per il lavaggio delle mani
Utilizzare un disinfettante ospedaliero registrato EPA per pulire ogni giorno lavandini e rubinetti#
Non tenere farmaci o prodotti per la cura del paziente su piani di lavoro o superfici mobili che si trovano a meno di 1 metro dai lavandini (se necessario installare paraspruzzi)
Fornire asciugamani usa e getta o monouso per asciugare le mani. Non utilizzare asciugatori ad aria calda per le mani nelle aree di cura del paziente.
Consultare gli esperti di sanitĂ pubblica a livello nazionale o locale° quando sâindaga su focolai confermati o sospetti dâinfezioni associate allâassistenza sanitaria dovute a patogeni trasportati dallâacqua delle tubature della struttura
#Far riferimento alla normativa europea sui disinfettanti â Normativa Biocidi â e alla destinazione dâuso indicata dal produttore. °Comitati controllo infezioni correlate allâassistenza
*SHEA: Society for Infection Control and Epidemiology
*APIC: Association for Professionals in Infection Control and Epidemiology