Il prossimo venerdì 17 novembre ci sarà uno sciopero generale contro la manovra del governo. Proclamato da Cgil e Uil, ma anche da Nursind e USB. I lavoratori faranno sentire la loro voce in relazione alle scelte economiche e finanziarie, ma soprattutto salariali e pensionistiche. Il governo non sembra però intenzionato in alcuna maniera a sentire le ragioni di chi paga le tasse e produce beni e servizi per questa nazione.
Sciopero infermieri: stufi di essere ignorati e sottopagati
È necessario che gli infermieri facciano sentire con determinazione le loro ragioni
Insomma sembra di trovarsi di fronte ad un esecutivo sordo alle richieste di chi tira avanti la baracca e si accontenta di salari che, non pochi signori della poltrona, riescono a spendere in uno shopping pomeridiano.
Il Vicepresidente del Consiglio ha replicato al Segretario Generale della Cgil, senza però entrare in merito delle questioni sindacali ed economiche sollevate. Ha fatto solo appello alla strategia troppo spesso utilizzata da molti politici: denigrare e sproloquiare in vario modo senza mai utilizzare alcun tipo di argomentazione politica. Un brutto segno che non apre ad alcun spiraglio di trattativa futura e può solo preconizzare un acuirsi della conflittualità in un muro contro muro che non serve a nessuno.
Per quello che riguarda gli infermieri il Segretario della UIL ha detto che sarà molto problematica la loro partecipazione vista la scarsità delle risorse umane a disposizione e la scure delle precettazioni. Il rischio è alto, probabilmente potrà essere temperato dall’adesione allo sciopero da sindacati professionali (Nursind) o di base (USB).
Una cosa è certa: le ore scelte d’astensione dal lavoro, e la sola giornata di venerdì non basteranno per far apportare i correttivi necessari ad una politica economica miope, incapace di darsi un lungo respiro per lo sviluppo del paese, ma solo preoccupata di avviare provvedimenti ad hoc per sé stessa e basta. Mentre la crescita del PIL, a detta degli esperti, subisce un altro rallentamento e, inutile dirlo, a pagarne le conseguenze saranno come sempre i più fragili.
Un quadro di per sé sufficiente per ricordare per l’ennesima volta la necessità che gli infermieri facciano sentire con determinazione, assieme agli altri, le ragioni loro e quelle di un paese che sarà destinato ad ammalarsi sempre più. È ora di fare sentire ciò che ha valore in una società: il primato delle ragioni della collettività, e non le ragioni del premierato dell’individualità.
A questo punto andrebbero citati i soliti quattro dati – drammatici – socioeconomici per dar peso a quanto affermato, ma un esempio di una esperienza vissuta in questi giorni può essere decisamente utile.