Genova, quindici infermieri non vollero il vaccino e ora sono positivi
Infermieri in reparto Covid-19
Con una decisione che sta facendo discutere, il direttore generale dell'ospedale San Martino di Genova, Salvatore Giuffrida, ha ufficialmente posto un quesito all'Inail: la malattia contratta dagli infermieri deve ritenersi un infortunio sul lavoro anche nel caso in cui i professionisti rifiutino il vaccino?
E ora, domanda Giuffrida, i 15 infermieri devono essere considerati in malattia o addirittura dovranno essere considerati inidonei alla loro attività professionale
; inoltre quali provvedimenti devono essere adottati nel confronti del personale infermieristico che non ha aderito al piano vaccinale
? La questione è decisamente spinosa.
Nel 2020 — spiega Giuffrida — è stato deciso che aver contratto l'infezione, per il personale sanitario, era da ritenersi un infortunio sul lavoro e mi sembra logico. Ma è la stessa cosa se questo accade quando si è rifiutata una protezione a cui si aveva non solo diritto ma anche priorità di accesso?
La situazione è complessa, insomma, e si apre a molteplici interpretazioni - continua Giuffrida - Di sicuro, si è trattata di una grave inadempienza deontologica da parte di chi opera in strutture sanitarie e ha il dover di curare la propria salute, oltre a quella dei pazienti, per il principio implicito che l’una dipende dall’altra. Non voglio suggerire soluzioni, né spingere verso una o un'altra, dico solo che qui si apre una questione giuridica e mi pare opportuno che l'Inail la valuti e dia una risposta
.
È indifendibile chi decide di non vaccinarsi e poi si ammala - tuona Carmelo Gagliano, presidente Ordine delle professioni infermieristiche (Opi) di Genova - Noi dobbiamo stare bene per occuparci dei nostri pazienti
. Una posizione chiara, eppure nessuno ad oggi può obbligare o vincolare medici, infermieri e operatori sanitari a vaccinarsi per il Covid-19, col risultato di esporre gli ospedali a casi come questi.