Il sogno di un infermiere e il medico che prova a infrangerlo

Scritto il 25/06/2018
da Redazione

Giuseppe studia Infermieristica e sta facendo il tirocinio in ospedale, quando una mattina un medico gli fa una battuta, una battuta amara. “Nella vita potevi avere un sogno migliore, che quello di essere infermiere” gli dice. Giuseppe lì per lì non risponde, è troppo timido. Ma questa è la sua risposta a tutti i medici che vogliono tarpare le ali ai giovani infermieri.

Io studente di infermieristica: Non potevo avere sogno migliore

Sono uno studente al terzo anno del Corso di Laurea in Infermieristica, che con sudore e sacrifici sta per portare a termine un percorso universitario, che è molto più di un corso di studi. Un cammino lungo tre anni, tra le proprie fragilità e quelle degli altri. Un viaggio attraverso le gioie e i dolori della vita umana. 

Oggi, durante il tirocinio clinico, in uno di quei rari momenti di pausa dalle visite, terapie e colloqui con i famigliari, uno di quei momenti in cui medici, infermieri e studenti riescono a ritrovarsi nella stessa stanza, un medico discutendo con un infermiere delle difficoltà comuni del proprio lavoro, mi dice: Nella vita potevi avere un sogno migliore che quello di essere infermiere.

Parole pronunciate con leggerezza, con un sorriso sulle labbra e uno sguardo colmo di compassione. Parole leggere, che pesano dentro. Pesano quanto la sveglia alle cinque e trenta del mattino, le otto ore di lezione, lo studio fino a notte fonda, le quattro materie da preparare per un unico esame. Pesano quanto lo stringere le mani di un paziente e sentire la sua vita scivolarti tra le dita, tu che hai solo vent'anni e senti di non esser pronto ad affrontare la morte. Pesano quanto le gambe che vacillano e le mani insicure al primo prelievo arterioso per emogasanalisi. Pesano e molto anche, se hai lo stesso sogno da quando avevi quindici anni: diventare infermiere. 

Se sogni un futuro migliore per te e l'infermieristica italiana, un futuro in cui l'infermiere venga riconosciuto e valorizzato, socialmente ed economicamente, come professionista della salute, quelle parole possono avere il potere di tarparti le ali e spezzare il tuo entusiasmo. La mia emotività non mi ha permesso di ribattere prontamente, ma so con certezza che se avessi una seconda possibilità la coglierei senza esitare.

È fondamentale indossare la vestaglia del paziente, camminare con le sue pantofole

Le risponderei, caro medico, che il mio sogno non poteva essere migliore di questo. Perché, vede, ciò che forse le è estraneo è l'immenso potenziale che l'infermiere e la disciplina infermieristica hanno. L'infermieristica rappresenta, da sempre, la possibilità di rispondere ai bisogni di salute delle persone. Bisogni, che spesso nessuno strumento diagnostico è in grado di riconoscere. Bisogni fisiologici, psicologici, biologici, spirituali, a cui si è in grado di rispondere solo dopo un allenamento costante e un forte spirito d'osservazione. Bisogni per cui le prescrizioni mediche sono solo una risposta parziale, che richiede un intervento infermieristico, di carattere educativo, curativo, palliativo e riabilitativo. 

Non è sufficiente "l'occhio clinico", il fonendo al collo, il ricettario a portata di mano per realizzare un piano di cura efficace, che ponga davvero al centro la persona e la sua salute. È fondamentale, anche, indossare la vestaglia del paziente, camminare con le sue pantofole, guardare il mondo dalla sua prospettiva, con gli stessi occhi, per conoscere e riconoscere bisogni di salute determinanti, che altrimenti passerebbero inosservati.

In questo le assicuro medico, che gli infermieri hanno solo da insegnare.  L'infermieristica supera i limiti della medicina e viceversa. Si è completi solo insieme, perché non c'è sogno migliore che quello di lavorare spalla a spalla, in sinergia, accomunati dallo stesso desiderio: quello di dare una possibilità in più alle persone di vivere la propria vita pienamente, nel miglior stato di salute fisica e psichica raggiungibile.  

Giuseppe, uno studente di Infermieristica che non può far a meno di sognare