Secreti ed escreti, cosa deve sapere l’OSS

Scritto il 20/12/2020
da Redazione

L'OSS, durante le pratiche igieniche quotidiane, viene a contatto con secreti ed escreti. Il suo ruolo, oltre ad essere determinante nella prevenzione dalle infezioni, in quanto una corretta esecuzione delle cure igieniche riduce notevolmente il rischio infettivo; è significativo anche nella raccolta di informazioni, che potranno essere utilizzate da altri professionisti sanitari, per la formulazione di una prima ipotesi diagnostica, successivamente approfondita con specifiche analisi di laboratorio.

Cosa sono secreti ed escreti

Anatomia di ghiandole endocrine ed esocrine

Secreti ed escreti rappresentano sostanze organiche molto diverse. I secreti sono particolari composti dotati di attività biologica, appositamente prodotti dagli organi secretori, le ghiandole, per svolgere specifiche funzioni. Gli escreti, invece, sono scarti metabolici, perlopiù acqua, anidride carbonica e sostanze azotate, che si formano soprattutto durante i processi di demolizione delle grandi molecole alimentari e che vengono espulsi attraverso organi emuntori o escretori, come cute, polmoni, reni e intestino.

I secreti, quindi, sono sostanze indispensabili per il funzionamento degli innumerevoli processi vitali; mentre gli escreti sono materiali di rifiuto, potenzialmente tossici per l'organismo, qualora non venissero “buttati fuori” in tempi brevi. Ciononostante, gli escreti rivestono un ruolo centrale per il monitoraggio sia dello stato funzionale degli organi direttamente coinvolti nel processo di escrezione, che dell'intero organismo.

L'OSS, durante le pratiche igieniche quotidiane, viene a contatto con secreti ed escreti. Il suo ruolo, oltre ad essere determinante nella prevenzione dalle infezioni, in quanto una corretta esecuzione delle cure igieniche riduce notevolmente il rischio infettivo; è significativo anche nella raccolta di informazioni, che potranno essere utilizzate da altri professionisti sanitari, per la formulazione di una prima ipotesi diagnostica, successivamente approfondita con specifiche analisi di laboratorio.

Attraverso un'attenta osservazione, l'OSS potrà infatti verificare eventuali variazioni di alcune caratteristiche peculiari, apprezzabili già "ad occhio nudo", come ad esempio il colore, che può variare dalla trasparenza ad una gradazione piuttosto scura; oppure la quantità di materiale emesso, da scarsa ad abbondante; nonché la consistenza, da fluida a molto secca.

Inoltre, attraverso il suo operato, l'OSS offrirà un contributo prezioso per il raggiungimento dell'appropriatezza nei risultati di laboratorio. Poiché, seguendo scrupolosamente le indicazioni dettate e prestando attenzione alle linee guida di riferimento per le attività di raccolta e conservazione dei materiali biologici, potrà evitare quegli errori che altrimenti andrebbero a compromettere l'esito finale degli esami prestabiliti.

Anche i secreti possono essere escreti, portati fuori. Non tanto per essere eliminati, quanto per il fatto che alcuni di essi, diversamente da quelli che "lavorano" all'interno, svolgono la loro azione, principalmente protettiva, sulle superfici esterne. È il caso ad esempio del sebo, un secreto prodotto dalle ghiandole sebacee, composto da una miscela di grassi, che idratano e proteggono tutta la superficie cutanea.

Quando le ghiandole riversano all'esterno o in una cavità preformata dell'organismo il secreto che hanno fabbricato all'interno sono dette esocrine. Mentre, quando lo rilasciano direttamente nel sangue sono chiamate endocrine.

Sia le ghiandole esocrine che le endocrine originano, generalmente, da cellule epiteliali, ma via via si differenziano da queste ultime. Le ghiandole esocrine, ad ogni modo, continuano a conservare una connessione con le cellule epiteliali da cui provengono attraverso un condotto, il dotto escretore, che convoglia all'esterno le secrezioni elaborate internamente. Quelle endocrine, invece, si staccano definitivamente e perdono qualunque contatto con l'epitelio di origine, divenendo così complessi cellulari a sé stanti e in alcuni casi veri e propri organi indipendenti.

Le ghiandole esocrine svolgono più che altro un'azione locale e in alcuni casi possono essere costituite da singole cellule, inserite negli epiteli di rivestimento. Le ghiandole mucipare, ad esempio, sono cellule singole, abbondanti soprattutto nell'epitelio delle vie respiratorie e in quello intestinale, che producono muco, un secreto con azione protettiva e lubrificante, costituito prevalentemente da acqua e una piccola percentuale di enzimi e glicoproteine.

Nella maggior parte dei casi, comunque, le ghiandole esocrine sono costituite da più cellule raggruppate che raramente risiedono negli epiteli di rivestimento. La parte secernente, detta adenomero, di solito è inserita nel tessuto connettivo, che essendo innervato e vascolarizzato, apporta gli stimoli e il nutrimento necessari. Da un punto di vista strutturale, le ghiandole esocrine possono essere classificate in base alla forma dell'adenomero e a quella del dotto escretore. Per quanto riguarda la forma dell'adenomero, che può essere cilindrica, ad acini o sferica, le ghiandole vengono distinte in tubulari, acinose e alveolari.

Mentre relativamente al dotto escretore, le ghiandole possono essere suddivise in semplici, se il dotto non è ramificato; oppure in composte, quando il dotto si divide ripetutamente in più rami collaterali di calibro inferiore.

Esempi di ghiandole esocrine semplici sono le sudoripare, a forma di tubuli raggomitolati che poi terminano con un lungo dotto escretore; oppure le sebacee della cute, a forma di acini aggrappati ad un unico dotto.

Le ghiandole esocrine composte, invece, sono complessi cellulari molto più voluminosi e con una struttura più complessa rispetto alle esocrine semplici. Il tessuto proprio della ghiandola, il parenchima, è avvolto da fibre di vario genere che lo ripartiscono in lobi e lobuli, ciascuno dei quali corrispondente ad un ramo del dotto escretore che termina con l'adenomero. In più possono coesistere nella stessa ghiandola adenomeri morfologicamente diversi.

Ad esempio le ghiandole mammarie e prostatiche sono tubulo-alveolari composte. Mentre le salivari maggiori e il pancreas, così come la maggior parte delle ghiandole esocrine più grandi, sono tubulo-acinose composte.

Il pancreas è una ghiandola esocrina in quanto secerne enzimi digestivi, che vengono immessi nel tubo digerente; ma è anche una ghiandola endocrina, poiché presenta delle masserelle di tessuto endocrino frammiste agli acini, le Isole di Langerhans, che sintetizzano e immettono nel torrente circolatorio diverse sostanze, tra cui l'insulina.

A differenza delle ghiandole esocrine, quelle endocrine sono prive del dotto escretore. Sono completamente circondate da tessuto connettivo ed essendo a contatto con una ricca rete di capillari sanguigni riversano direttamente nel sangue i loro secreti, gli ormoni.

Gli ormoni agiscono su organi bersaglio, ma influenzano tutto l'organismo esercitando numerose funzioni. Regolano il metabolismo, stimolano la divisione cellulare, permettono la costruzione di nuovi tessuti, l'accrescimento degli organi, lo stoccaggio di riserve energetiche e molto altro ancora. Le principali ghiandole endocrine, oltre al pancreas endocrino, sono l'ipotalamo, l'ipofisi, l'epifisi, la tiroide, le paratiroidi, il surrene e le gonadi.

Il fegato, che è la ghiandola più voluminosa dell'organismo, ha sia una funzione endocrina, in quanto sintetizza numerosi ormoni che immette direttamente nel sangue, sia esocrina, poiché secerne la bile, una soluzione composta prevalentemente da acqua e altre sostanze in essa disciolte, tra cui sali biliari e pigmenti.

La bile, a sua volta, può essere considerata un secreto, in quanto i sali biliari svolgono importanti funzioni nella digestione e nell'assorbimento dei grassi; ma anche un escreto, perché consente l'eliminazione, sotto forma di pigmenti biliari, di sostanze di rifiuto nocive per l'organismo.

  • Articolo a cura di Antonella Di Noia - OSS