Tecnica del taglio cesareo
La tecnica maggiormente utilizzata è l’incisione secondo Pfannenstiel: avviene in senso trasversale alcuni centimetri sopra la sinfisi pubica incidendo la cute, il sottocute, la fascia e i muscoli che vengono distanziati, il peritoneo parietale e viscerale e infine il segmento uterino inferiore dell’utero fino alla cavità.
Dopo l’estrazione del feto e degli annessi si passa alla sutura della parete uterina e addominale rispettando tutti i piani precedentemente elencati. Tale tecnica migliora la cicatrizzazione e la resistenza nell’eventualità di una successiva gravidanza e parto e un miglior recupero post operatorio.
Il taglio cesareo è un intervento addominale maggiore, se l’utero non viene rimosso viene definito conservatore, mentre se viene asportato si parla di intervento demolitore (isterectomia peripartum), di cui le principali indicazioni sono:
- Atonia uterina
- Anomalia dell’inserzione della placenta con sanguinamento e placenta accreta
- Inversione uterina
- Rottura d’utero
- Lacerazioni cervicali
- Infezioni uterine post partum
- Presenza di leiomiomi
- Cancro cervicale invasivo
- Neoplasia ovarica
Taglio cesareo elettivo
Il taglio cesareo elettivo viene effettuato in situazioni non di urgenza e pianificato precedentemente. È fortemente consigliato eseguirlo non prima della 39^ settimana per il miglior adattamento del neonato alla vita extra-uterina, mentre se c’è la necessità di espletarlo prima è opportuno eseguire la profilassi RDS (Respiratory Distress Syndrome).
Indicazioni al cesareo
Le condizioni che costituiscono una chiara indicazione al cesareo sono:
- La presentazione podalica del feto
- La presenza di lesioni primarie da Herpes simplex a livello genitale nell’ultimo trimestre di gravidanza
- L’infezione da Hiv (ma soltanto se la donna è in terapia antiretrovirale altamente attiva con carica virale plasmatica >50 copie/ml, o in monoterapia con ZDV quale alternativa alla terapia antiretrovirale altamente attiva)
- La coinfezione da virus Hiv e virus Hcv in donne non in terapia HAART e/o con carica virale Hiv plasmatica >50 copie/ml)
- La placenta previa
- Una pregressa rottura dell’utero o un precedente cesareo con incisione longitudinale
- Una gravidanza gemellare monocoriale e monoamniotica (che costituisce comunque un’evenienza molto rara)
- Il peso stimato del feto superiore ai 4,5 kg nelle donne diabetiche
Sono da valutare invece i casi in cui:
- Il feto è piccolo per epoca gestazionale (ma soltanto se presenta problemi rilevati agli esami strumentali)
- Uno dei feti è in presentazione podalica nel corso di una gravidanza gemellare
- È prevista una sproporzione cefalo-pelvica
Classificazione dei TC sulla base dell’urgenza
Soprattutto durante il travaglio, ma anche prima del termine della gravidanza, possono emergere alcune complicazioni - come il distacco della placenta, il prolasso del cordone ombelicale, distocia meccanica, l’alterazione del battito cardiaco fetale, la rottura d’utero, l’eclampsia, l’anemia fetale - che, per ridurre al minimo la morbosità materna e/o neonatale, rendono necessario l’espletamento del parto attivando l’équipe chirurgica per l’esecuzione di un taglio cesareo urgente/emergente.
In base alla tempistica tra il momento della decisione e l’esecuzione del TC, l’Istituto Superiore di Sanità consiglia di adottare la classificazione di Lucas modificata al fine di facilitare una comunicazione chiara ed efficace tra operatori sanitari (anche se la terminologia “TC elettivo e TC urgente/emergente” rimane ancora la più utilizzata).
Classificazione di Lucas modificata
Codice Rosso | pericolo immediato per la vita della madre e/o del feto |
Codice Giallo | compromissione delle condizioni materne e/o fetali che non costituisce un immediato pericolo di vita |
Codice Verde | assenza di compromissione delle condizioni materne e/o fetali, ma necessità di anticipare il parto |
Codice Bianca | parto da inserire nella lista operatoria in base alle disponibilità del punto nascita |
Rischi e complicanze del taglio cesareo
Le complicanze più frequenti sono dovute alle massive perdite ematiche, che possono richiedere trasfusioni o l’isterectomia, o a lesioni dell’apparato urinario. C’è il rischio di infezioni della ferita e della parete uterina associata a febbre e dolore addominale, di trombosi venosa profonda e di embolia polmonare.
In caso di una futura gravidanza può aumentare il rischio di aborto, di rottura d’utero o patologie della placenta (previa o accreta) e della sua espulsione.
Preparazione della donna al TC
È preferibile che la donna non abbia ingerito né cibo né liquidi almeno 8 ore prima dell’intervento. Le verrà eseguita, se necessaria, la tricotomia nella zona sovrapubica, posizionato uno o due accessi venosi), il catetere vescicale per svuotare la vescica e somministrata una dose di antibiotico.
In caso di rischio trombo embolico verranno posizionate calze elastocompressive.
Degenza post operatoria
Dopo il TC le madri e i bambini rimangono in ospedale per circa 72 ore. Dopo circa 24 ore sarà rimossa la medicazione, il catetere vescicale, sospesa l’infusione di liquidi e la mamma sarà invitata ad alzarsi e camminare per evitare la costipazione e la formazione di trombi.