Modifica requisiti di docenza a discapito degli infermieri

Scritto il 18/05/2020
da Redazione

La comunità infermieristica insorge in merito al DM n.82 del 14 maggio 2020 “Modifica requisiti di docenza lauree per Infermieri”, che modifica il numero minimo di docenti di riferimento dei CdL in Infermieristica. Per formare nuovi infermieri ci vogliono docenti infermieri. È questo il mantra che sta rimbalzando all'interno della comunità infermieristica, indignata dal nuovo DM che spazzerebbe via oltre vent'anni di norme di sviluppo professionale.

Infermieristica agli infermieri. La rabbia della categoria

Per garantire una maggiore capacità di risposta in relazione all’emergenza in atto il MIUR, Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ha ritenuto di intervenire sui requisiti per le lauree triennali in infermieristica e lo ha fatto con il DM n.82 del 14 maggio 2020Modifica requisiti di docenza lauree per Infermieri”, modificando il numero minimo di docenti di riferimento dei Corsi di Laurea in Infermieristica, passando da 5 a 3 e per quanto concerne i docenti a tempo indeterminato, da 3 a 1.

Un DM che però ha fatto infuriare l'intera categoria infermieristica, perché oltre alla riduzione del numero di docenze strutturate, un "meno" che non colpisce solo il numero dei docenti infermieri, ma il cuore stesso della professione infermieristica - scrive in una nota Silvia Scelsi, presidente Aniarti, tra le prime società scientifiche ad uscire sulla questione - una deroga al DM 7 gennaio 2019 che non solo risuta inutile, ma persino dannosa sia per la formazione alla professione infermieristica che per tutto il sistema salute del nostro paese.

Il riferimento è al comma 2 del tanto contestato DM 82, che recita: Al fine di compensare la riduzione di docenti universitari di riferimento di cui al comma 1, gli atenei individuano almeno due medici ospedalieri da indicare come personale medico di riferimento coinvolto per ogni corso di laurea in infermieristica.

Quello che, agli occhi della stragrande maggioranza della categoria, pare solo un ritorno al passato in barba a oltre vent'anni di normative sullo sviluppo della professione infermieristica.

L’individuazione “di almeno due medici ospedalieri da indicare come personale medico di riferimento coinvolto per ogni corso di laurea in infermieristica” - ha scritto Marcello Bozzi, Segretario dell'Associazione Nazionale Dirigenti Professioni Sanitarie (Andprosan) - non può trovare riscontro per il semplice fatto che trattasi di discipline e professioni diverse, con percorsi curricolari specifici e caratterizzanti, non mutuabili tra loro.

L'indignazione arriva anche dalla S.I.D.M.I. che attraverso il suo sito, condivide pienamente la nota del Segretario Nazionale Andprosan Marcello Bozzi - e aggiunge - la decisione assunta dal Ministero dell’Università e della Ricerca è a nostro avviso semplicemente vergognosa e inaccettabile - chiede inoltre - l’immediato ritiro del decreto e la contestuale attivazione dei concorsi per tutte le cattedre vacanti nonché una rivalutazione dei contingenti attuali per singolo ateneo.

L'intervento della Federazione nazionale degli infermieri

La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) già da sabato 16 maggio sta interloquendo con il ministro dell’Università Gaetano Manfredi per un approfondimento del decreto 82 del 14 maggio 2020.

Il ministro - fa sapere la stessa Fnopi attraverso i propri canali social - ha garantito alla presidente Barbara Mangiacavalli la presa in carico del problema e in queste ore si sta studiando un decreto di rettifica al precedente. Oltre che con il MIUR il confronto è aperto sulla questione anche con Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca.

Il settore infermieristico si interessa dell’attività scientifica, didattico-formativa e dell’attività assistenziale a esso collegata e non può essere assimilato a discipline mediche. Per di più - specifica la Fnopi - attualmente i corsi di studio in Infermieristica hanno un elevato numero di docenti infermieri in possesso di laurea magistrale, dottorato di ricerca e abilitazione scientifica nazionale che non giustificano i contenuti del decreto 82.