Chi è l'infermiere dirigente? A raccontarlo Isabella Cevasco

Scritto il 31/07/2019
da Redazione

Non è molto diffuso nel pensiero comune il fatto che un infermiere, in possesso di determinati requisiti, possa raggiungere un ruolo dirigenziale. Così come poco diffuso è sapere chi sia e cosa faccia un dirigente infermiere. Per questo abbiamo deciso di passare una giornata insieme ad Isabella Cevasco, dirigente delle professioni sanitarie presso l'E.O. Ospedale Galliera di Genova, così da capire meglio il suo ruolo e le sue responsabilità all'interno della struttura.

Una giornata con Isabella Cevasco, infermiera dirigente a Genova

Con l'emanazione della legge 251 nel 2000 viene avviata la Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche la quale permette, all'infermiere già laureato alla triennale di infermieristica, di incrementare le esperienze scientifiche e manageriali e di raggiungere, al termine dei due anni previsti, il livello specialistico di tipo dirigenziale.

Una normativa che, per la prima volta, apre agli infermieri le porte per l'accesso alla nuova qualifica unica di dirigente del ruolo sanitario.

Così ha fatto Isabella Cevasco, laureata magistrale nel 2007, ma operante già nel ruolo di Coordinatrice Infermieristica — prima — e Responsabile Infermieristico — dopo — dal '96 presso l'Asl 3 Genovese, area Ospedaliera e area Territoriale. Attualmente ricopre il ruolo di dirigente delle professioni sanitarie presso l'E.O. Ospedale Galliera di Genova.

Le attività che svolge l'infermiere dirigente sono variegate — spiega Cevasco — e tutte incentrate a garantire una buona qualità dell'assistenza mediante la formazione del personale, la gestione del rischio clinico, la tutela del benessere del personale e la gestione delle risorse.

In particolare quest'ultima è una parte fondamentale del ruolo, in quanto il dirigente deve essere in grado di bilanciare le risorse che possiede nel modo più efficace ed efficiente possibile. E non è cosa semplice, data la spiccata dinamicità del personale del comparto: fra assunzioni, mobilità e stabilizzazioni, infatti, i numeri cambiano sempre.

Tutto questo aspetto gestionale puro è fondamentale e io l'ho messo al primo posto, ma noi dobbiamo legare i numeri (il numero di operatori, il numero di ruoli, di qualifiche) strettamente alla qualità dell'assistenza

Altro aspetto di vitale importanza — e particolarmente caro a Cevasco — è la multidisciplinarietà che caratterizza l'ambiente di lavoro: lavorare in gruppo, con gli informatici, con gli amministrativi in generale  spiega  è un valore aggiunto, perché ti arricchisce e perché ti permette di affrontare e risolvere le problematiche in modo a volte diverso rispetto alla nostra visione.

Ed è in questo senso che fermarsi a prendere un caffè insieme diventa un'opportunità per parlare, conoscersi, interfacciarsi con altri professionisti e confrontarsi.

Lavorare come infermiera dirigente

Sono tante le attività che Isabella Cevasco esegue ogni giorno nei panni di infermiera dirigente. Sono altrettante le responsabilità che possiede e che la rendono un punto di riferimento per tutti i professionisti della struttura ospedaliera.

Dall'andare al lavoro prima delle 7 di mattina — così da poter essere reperibile sia per i colleghi che smontano da notte sia per quelli che iniziano il turno di mattina — al fare un giro di visita, ogni giorno, nel reparto a gestione infermieristica per accertarsi che tutto vada bene o sia andato bene nel turno precedente.

L'arrivare presto è anche poi facilitare la vita ai colleghi clinici

Questo suo modo di lavorare fa sì che i colleghi si sentano supportati e aiutati durante il turno e, qualora emerga un problema o una criticità, se ne parli e ci si confronti insieme.

Il bravo coordinatore e quello competente è colui che non solo sa gestire bene gli operatori e le risorse, ma che si occupa e che ha sotto controllo la qualità dell'assistenza.

Una mal practice dirigenziale infatti ha ricadute sul paziente e sui colleghi che si occupano della clinica, per questo motivo lei cerca sempre di fare il suo lavoro al meglio, sfruttando il confronto, la multidisciplinarietà e il suo carattere forte che, nonostante abbia dovuto necessariamente smussare nel corso degli anni, le permette di affrontare e districare tante situazioni complicate.