Ticket mensa turni notturni, infermiere vince in Cassazione contro l'Asl
L'infermiere aveva infatti denunciato di non aver ricevuto il pagamento di quanto spettante, contrariamente a quanto gli era stato corrisposto per i turni giornalieri e si era rivolto al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che aveva però respinto inizialmente la sua domanda.
Anche la Corte d'Appello di Napoli, in un successivo ricorso, non gli aveva dato ragione sentenziando che il diritto al ticket mensa spettava soltanto per i turni giornalieri, in base ad un regolamento interno dell'Asl che fino al 2009 escludeva quelli notturni da tale beneficio.
La Suprema Corte ha ritenuto invece che tale diritto debba essere riconosciuto non solo in base al turno di lavoro, ma anche alla durata della prestazione giornaliera, così come previsto sia dal contratto collettivo sia dal decreto legislativo n.66/2023.
Considerando inoltre che il ticket mensa è un'agevolazione di carattere assistenziale, volta a garantire il benessere del lavoratore durante l'attività lavorativa, il giudice ha pertanto sentenziato, anche alla luce di precedenti giurisprudenziali, che il diritto al buono pasto per i turni notturni deve essere equiparato a quello previsto per gli altri turni eccedenti le sei ore.
La Cassazione ha annullato quindi la sentenza della Corte di Appello di Napoli e ha condannato l'Asl di Caserta al versamento di una somma pari a 1445,50 euro, oltre agli interessi legali e alla rivalutazione monetaria, in favore dell'infermiere ricorsista.