Sanitari aggrediti a Cuneo, il sindacato chiede più sicurezza

Scritto il 26/09/2024
da Redazione

So dove lavori, ti taglio la gola e Facevo il pugile, stai attento. Sono alcune delle tante aggressioni verbali rivolte dai pazienti agli operatori sanitari nel Pronto soccorso dell'ospedale di Mondovì e nella struttura residenziale psichiatrica di Ceva, in provincia di Cuneo, dove la situazione risulta altrettanto critica sul fronte della sicurezza. Gli episodi di violenza, tre quelli noti nella zona soltanto nel mese di settembre, continuano a verificarsi sempre con maggiore frequenza mettendo seriamente a rischio la sicurezza e la salute psicofisica dei lavoratori.

So dove lavori, ti taglio la gola. Le minacce agli infermieri

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Sempre più frequenti gli episodi di violenza subiti dagli infermieri in provincia di Cuneo.

Già nei mesi scorsi un uomo aveva messo a soqquadro l'ambulatorio della guardia medica di Ceva costringendo i medici in servizio a barricarsi in una stanza per proteggersi. L'ultimo, sabato 21 settembre, è stato provocato da un uomo senza fissa dimora già trattato in ospedale per quattro volte nel giro di dieci giorni, che ha minacciato di prendere a pugni i sanitari del Pronto Soccorso di Mondovì e che soltanto l'intervento dei Carabineri, allertati dal personale, ne ha bloccato le continue intemperanze.

Qualche giorno prima, un ragazzo residente a Lesegno giunto in Pronto soccorso ubriaco e con una ferita da taglio rimediata dopo un litigio, ha inveito contro medici ed infermieri mentre lo stavano suturando. Una violenza simile si era verificata una settimana prima, l'8 settembre, quando un ventenne ubriaco, già colpito da un provvedimento di allontanamento dalla città (Daspo) per tenerlo alla larga dalla famiglia d'origine che si sentiva minacciata, ha dato in escandescenze rompendo uno specchio ed insultando rabbioso i sanitari.

Chiediamo che venga considerato il ricorso ad un servizio di vigilanza armata a supporto del già esistente servizio di sorveglianza, tuttavia attivo in un campo d'azione estremamente limitato.

Così il Nursind, il sindacato degli infermieri, lanciando l'allarme sulle preoccupanti condizioni di rischio in cui sempre più spesso si trovano a lavorare i professionisti della salute nelle strutture sanitarie piemontesi. Oppure si richiede alla direzione sanitaria una postazione presidiata dal servizio dell'ordine e l'installazione di più telecamere di sicurezza, anche esterne nei parcheggi, pur tenendo conto della privacy e degli aspetti legali legati alle condizioni sanitarie delle persone, sollecita in una nota il sindacato chiedendo maggiori misure di prevenzione e tutela del personale che merita di lavorare in un ambiente sicuro e protetto.

La direzione dell'Aslcn1 ha fatto sapere che c'è l'intenzione di incontrare al più presto il sindacato che ha denunciato il problema, ricordando intanto che una circolare aziendale specifica che per un intervento immediato le richieste devono avvenire esclusivamente tramite il numero unico di emergenza 112, a ragione di motivi legali.

La situazione è diventata ormai insostenibile - spiegano i rappresentanti sindacali dopo gli ultimi episodi registrati -. I cittadini devono capire che gli operatori sanitari, che siano medici, infermieri o Oss, svolgono solo il loro lavoro e che nessuna situazione di emergenza può giustificare tali comportamenti violenti, nemmeno le lunghe attese in Pronto soccorso che possono suscitare nervosismo, ribadiscono con fermezza.