Oggi è stata una straordinaria giornata di partecipazione da parte delle lavoratrici, dei lavoratori e dei professionisti della sanità privata e delle RSA Aris Aiop. Circa 20.000 manifestanti si sono radunati nelle piazze di tutta Italia per chiedere dignità e giusto riconoscimento contrattuale. Così, in una nota stampa, le segreterie di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.
Sciopero nazionale sanità privata del 23 settembre: 80% di adesioni
Nonostante le precettazioni imposte dai datori di lavoro, che includono anche servizi non essenziali e che saranno prontamente contestate alla Commissione di Garanzia, abbiamo registrato una partecipazione dell’80% del personale, a testimonianza della forza delle nostre ragioni e della determinazione di chi lavora ogni giorno per garantire la salute e l’assistenza ai cittadini
.
Parliamo di donne e uomini a cui sono stati calpestati i propri diritti e che chiedono da 12 anni un nuovo contratto delle RSA, così come il rinnovo del CCNL di Sanità Privata, scaduto nel 2018
, proseguono i sindacati.
I presidi si sono tenuti in molte città italiane (come il caso di Bologna), da nord a sud del paese, coinvolgendo lavoratrici e lavoratori che operano in strutture dove si applicano i contratti Aiop e Aris per la sanità privata e le RSA.
Questi lavoratori attendono da anni il rinnovo del contratto, mentre le associazioni datoriali continuano a legare ogni trattativa alla copertura dei costi contrattuali tramite finanziamento pubblico, una posizione per noi inaccettabile e che testimonia una totale assenza di responsabilità sociale nei confronti degli operatori
, ribadiscono le organizzazioni sindacali.
A margine del presidio di Roma, una delegazione sindacale è stata ricevuta dal Capo Segreteria del Ministro della Salute: Abbiamo ricevuto rassicurazioni sul fatto che a breve verranno convocate tutte le parti per un tavolo tecnico di confronto tra Sindacati, Conferenza delle Regioni, le parti datoriali e il Ministero della Salute. Questo è un primo segnale di apertura, ma non basta
, sottolineano.
La mobilitazione, infatti, non si ferma: Continueremo a lottare fino a quando non sarà riconosciuto il giusto trattamento contrattuale e salariale a tutti i professionisti che, come quelli del pubblico, garantiscono quotidianamente il diritto costituzionale alla salute. Il valore del lavoro deve tornare al centro della discussione. Non ci fermeremo fino a quando non vedremo riconosciuta la professionalità di chi lavora nelle strutture accreditate e convenzionate, garantendo pari diritti e retribuzioni
, concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.