Come applicare il protocollo d'intesa Fnopi-Csm-Cnf
Indicazioni operative sull'applicazione del protocollo d'intesa Fnopi-Csm-Cnf
La Federazione nazionale degli Infermieri ha trasmesso le preliminari linee di indirizzo a cui gli OPI potranno rifarsi, in via omogenea, per l’applicazione delle proprie specifiche competenze attuative delle finalità prefissate nel Protocollo
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L'intento primario è quello di fugare la frammentazione interpretativa del contenuto dell’accordo in oggetto
; per questo la circolare inoltrata a tutti gli Ordini provinciali specifica che l’univoca codificazione dei criteri per confermare la cosiddetta “speciale competenza”, rimessa alla “certificazione” di ogni singolo Ordine, dovrà essere ricondotta a criteri che non trascurino l’esperienza pratica e la formazione acquisita in uno specifico ambito del settore disciplinare dagli infermieri che mirano ad essere inseriti negli albi circondariali dei CTU e Periti
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La richiesta esplicita di avvocati e magistrati - specifica la Fnopi - è stata quella di prevedere parametri qualitativamente elevati per la revisione e la tenuta degli albi, perché in tutti i procedimenti civili e penali che richiedono il supporto conoscitivo delle discipline mediche e sanitarie, le figure del perito e del consulente tecnico siano in grado di garantire all’autorità giudiziaria un contributo professionalmente qualificato e adeguato alla complessità della materia.
La valutazione su ogni singolo infermiere, attraverso specifico atto deliberativo, sarà espressione del Consiglio Direttivo dell’Opi di appartenenza; ogni Opi dovrà poi trasmettere alla Federazione, almeno una volta ogni 3 mesi, gli effetti delle scelte legate all’esecuzione del Protocollo, anche per mantenere aggiornata la mappatura dei professionisti infermieri iscritti negli albi dei Tribunali.
La Federazione stessa - conclude la circolare - svolgerà anche le funzioni di verifica e controllo sugli eventuali ricorsi presentati dagli iscritti contro le decisioni dell’Opi, esprimendo parere vincolante.