Aterectomia rotazionale, trattamento di placche calcifiche

Scritto il 10/03/2018
da Cristian Mariotti

L’aterectomia rotazionale (Rotablator) è la procedura di disostruzione dell’arteria coronaria ostruita da placche calcifiche difficili mediante l’utilizzo di una piccola fresa rotante posizionata sulla porzione distale di un apposito catetere. La sonda del Rotablator viene spinta nella coronaria fino al punto del restringimento, dove i microscopici frammenti di diamante polverizzano le placche calcifiche. Le microparticelle che si creano attraversano poi i capillari senza arrecare danno.

Placche calcifiche difficili e Rotablator: L'aterectomia rotazionale

dimostrazione di aterectomia rotazionale

Dimostrazione grafica del meccanismo d'azione della fresa diamantata del Rotablator (burr) su coronaria con placca calcifica

La cardiopatia ischemica è causata principalmente da placche ateromasiche che in maniera graduale ostruiscono il lume delle arterie coronarie compromettendo l’irrorazione del muscolo miocardico.

Queste placche hanno una consistenza variabile dovuta alla loro composizione e quando è presente del calcio non sempre è possibile effettuare l’angioplastica (PTCA) in quanto la dilatazione del pallone non provoca il cedimento della placca.

Angiograficamente l’aspetto della coronaria con placche calcifiche appare molto evidente in quanto il calcio ha un aspetto radiopaco che talvolta rende visibile la stenosi anche senza dover iniettare del mezzo di contrasto.

Di fronte ad una coronaria con questa tipologia di placca, si tenta in prima istanza la dilatazione con specifici palloni da PTCA, tipo il “cutting balloon”: palloni dotati sul loro profilo longitudinale di lamelle in grado di incidere fratture del calcio così da rendere possibile la sua espansione.

Questo tipo di soluzione non sempre è efficace, perché il pallone non riesce ad oltrepassare l’ostruzione o perché le placche calcifiche non cedono; pertanto, si rende necessario l’uso dell’aterectomia rotazionale mediante l’utilizzo di uno strumento chiamato Rotablator.

Il Rotablator: Com'è fatto

Il rotablator è lo strumento che si utilizza per trattare le stenosi calcifiche difficili. È costituito da un catetere apposito sulla cui porzione distale è presente una fresa diamantata (burr) che viene fatta girare ad altissima velocità (170.000 giri/min) all’interno della coronaria da trattare, polverizzando le specole di calcio e aprendo un varco per il posizionamento dello stent.

Lo strumento è dotato di una console di controllo collegata ad una fonte di aria compressa (a 7 atm) e di un regolatore di giri con cui settare la velocità rotazionale.

Il comando è dato da una pedaliera che permette di far ruotare la burr in senso orario che antiorario. Il catetere su cui è montata la burr è costantemente irrigato da un flusso di soluzione fisiologica eparinata che ha la funzione di raffreddare e impedire inceppamenti durante l’operazione.