Allarme Oms Europa: un medico e un infermiere su tre soffrono di depressione

Scritto il 10/10/2025
da Redazione

Un medico e un infermiere su tre in Europa soffrono di depressione o disturbi d’ansia, e uno su dieci ha avuto pensieri suicidari nelle ultime settimane. È quanto emerge dall’indagine MeND (Mental Health of Nurses and Doctors), la più ampia mai condotta sul tema, realizzata dall’Oms/Europa su oltre 90mila operatori sanitari di 29 Paesi.
Dietro i numeri, si nasconde un sistema sotto pressione: turni infiniti, violenze sul posto di lavoro, contratti instabili e carichi emotivi che, per molti, sono diventati insostenibili.

Una crisi della sicurezza sanitaria

Il rapporto Oms evidenzia che un operatore su tre mostra sintomi compatibili con depressione o ansia, mentre più del 10% ha avuto pensieri di farsi del male o di voler morire.
Si tratta di una prevalenza doppia rispetto alla popolazione generale, segno di un disagio radicato e diffuso nel settore sanitario europeo.

Le condizioni di lavoro emergono come fattori determinanti:

  • Un medico su quattro lavora oltre 50 ore a settimana
  • Un terzo degli operatori ha subito episodi di bullismo o minacce
  • Il 10% ha riportato violenza fisica o molestie sessuali
  • Un quarto degli infermieri e un terzo dei medici hanno contratti temporanei

La crisi della salute mentale tra gli operatori è una crisi della sicurezza sanitaria. Proteggere il loro benessere significa proteggere i pazienti.

Il 32% degli infermieri è depresso

Nel profilo nazionale dedicato all’Italia, la situazione non è meno allarmante.
Secondo il rapporto:

  • il 24% dei professionisti sanitari mostra sintomi d’ansia
  • la depressione riguarda il 28% dei medici e il 32% degli infermieri
  • oltre uno su dieci ha avuto pensieri suicidari passivi nelle due settimane precedenti l’indagine

In Italia, come nel resto d’Europa, il disagio è più frequente tra chi lavora in contesti precari o con turni prolungati. Quasi il 15% degli infermieri dichiara di voler cambiare professione nei prossimi mesi, un dato che riflette stanchezza, frustrazione e perdita di fiducia nel sistema.

Violenza, precarietà e carichi di lavoro

L’indagine MeND mette in luce un insieme di fattori strutturali che alimentano il malessere psicologico:

  • Violenza e minacce nei reparti di emergenza e nei servizi territoriali
  • Turni lunghi, spesso oltre le 12 ore consecutive
  • Contratti a tempo determinato e mancanza di stabilità economica
  • Scarse possibilità di progressione di carriera e riconoscimento professionale

A tutto questo si aggiunge la fatica emotiva di gestire situazioni complesse, lutti e carichi di cura crescenti.
L’Oms segnala che gli operatori sottoposti a violenza o a turni eccessivi hanno una probabilità molto più alta di sviluppare sintomi depressivi o ansiosi.

Burnout e abbandono

L’impatto psicologico non si limita al disagio individuale.
Tra l’11% e il 34% degli operatori sanitari europei dichiara di pensare di lasciare il lavoro, con punte più alte tra gli infermieri.
Nei Paesi con maggiore carico di burnout, si osservano tempi di attesa più lunghi, aumento del rischio clinico e peggioramento della qualità assistenziale.

La resilienza dei nostri sistemi sanitari è valida solo quanto quella degli uomini e delle donne che vi lavorano, afferma Natasha Azzopardi-Muscat, direttrice dei Sistemi sanitari dell’Oms Europa.


Misuriamo letti e tassi di sopravvivenza, ma ignoriamo troppo spesso il benessere di chi cura. La salute mentale del personale deve diventare un indicatore di performance, come la sicurezza del paziente.

Non possiamo permetterci di perderli

Con una carenza stimata di quasi un milione di operatori sanitari entro il 2030, l’OMS avverte che ignorare la crisi psicologica significherebbe minare la tenuta stessa dei sistemi sanitari.

E se, nonostante tutto, due infermieri su tre e tre medici su quattro dichiarano di trovare ancora significato nel proprio lavoro, è proprio su questa forza morale che dovranno poggiare le riforme future: un sistema che protegga chi cura, perché non c’è sanità senza salute mentale per chi la fa funzionare.