Freedom Flotilla e Thousand Madleens, in mare medici e infermieri per Gaza

Scritto il 06/10/2025
da Silvia Fabbri

Undici imbarcazioni partite dall’Italia con oltre 250 persone tra operatori sanitari, giornalisti e attivisti. “Un ospedale che galleggia” diretto verso la Striscia per rompere l’assedio e portare aiuti umanitari.

Una nuova missione umanitaria dal Mediterraneo

La nave Conscience è l'ammiraglia della flotta di navi con operatori sanitari, giornalisti e attivisti.

Dopo la Global Sumud Flotilla intercettata il 2 ottobre dalla marina israeliana, una nuova spedizione internazionale ha lasciato i porti italiani di Catania e Otranto. Undici imbarcazioni, organizzate dalla Freedom Flotilla Coalition e dal movimento Thousand Madleens to Gaza, navigano in queste ore verso la Striscia con a bordo più di 250 persone tra medici, infermieri, giornalisti e attivisti provenienti da venti Paesi.

L’obiettivo è lo stesso che da diciotto anni anima la coalizione internazionale: rompere il blocco navale imposto da Israele su Gaza e consegnare aiuti umanitari. Un’azione simbolica ma anche concreta, che mira a richiamare l’attenzione sulla condizione disperata della popolazione civile e del personale sanitario rimasto negli ospedali della Striscia.

Personale sanitario in prima linea

La componente sanitaria rappresenta il cuore della spedizione. Molti dei professionisti a bordo sono infermieri e medici, che hanno deciso di unirsi per offrire supporto ai colleghi rimasti negli ospedali di Khan Yunis e Rafah.
“Fermarci non è sicurezza, è complicità con l’agonia”, ha scritto sui social Fullone, mentre un medico malese, Hafiz Sulaiman, ha spiegato: Spero di arrivare alla costa per aiutare chi, nei resti degli ospedali, lavora senza tregua da oltre due anni.

Il convoglio trasporta kit di primo soccorso, disinfettanti, materiale per medicazioni, strumenti chirurgici e medicinali di base, tutti beni che da mesi non riescono più a entrare nella Striscia.

Navi ferme a Creta, altre in rotta verso Gaza

Durante la navigazione, alcune barche hanno incontrato difficoltà. La Ghassan Kanafani si è fermata per riparazioni al porto di Creta, dopo la rottura della vela principale, mentre la Conscience prosegue verso sud, scortata dalle altre imbarcazioni e diretta verso le acque egiziane, per poi tentare di raggiungere Gaza. L’arrivo nella zona definita “rossa”, cioè l’area che Israele considera sotto la propria giurisdizione, è previsto nei prossimi giorni.

Il portavoce italiano della Freedom Flotilla Michele Borgia ha dichiarato che l’obiettivo resta politico e umanitario: Se Israele arresterà personale sanitario protetto dal diritto internazionale, i governi dei Paesi di provenienza non potranno restare in silenzio.

Un gesto simbolico ma necessario

Al di là delle difficoltà logistiche e dei rischi, la “flotta dei medici e degli infermieri” ha già raggiunto un obiettivo: riportare sotto i riflettori la condizione di Gaza e la sistematica violazione del diritto alla salute. In un territorio dove 36 ospedali su 36 risultano danneggiati o parzialmente distrutti, la presenza di operatori sanitari internazionali rappresenta una forma di resistenza civile e professionale.

L’azione della Freedom Flotilla e della Thousand Madleens è, prima di tutto, una denuncia: la salute non può essere ostaggio di un conflitto.