Competenza chiave per chi lavora in sanità
L'assertività favorisce una comunicazione più chiara, riduce i conflitti e migliora i risultati clinici.
Comunicare con chiarezza, rispetto e fermezza. Essere in grado di esprimere un dubbio, segnalare un rischio, proporre un’alternativa senza timore di essere fraintesi o penalizzati.
In una parola: l’assertività, ovvero la capacità di esprimere i propri sentimenti, pensieri e opinioni in modo diretto, onesto e appropriato, senza violare i diritti altrui.
Nella pratica infermieristica, si tratta di una capacità essenziale, tanto che la sua assenza può compromettere la sicurezza del paziente e aumentare lo stress sul luogo di lavoro.
A confermarlo è una recente revisione sistematica pubblicata su Nursing Reports, frutto di un'analisi approfondita di 15 studi condotti tra il 2009 e il 2023. Questa ricerca ha coinvolto complessivamente oltre 700 infermieri negli studi quantitativi e 156 in quelli qualitativi in contesti sanitari di tutto il mondo.
L'obiettivo è quello di indagare come l’assertività incide sul lavoro infermieristico, cosa la ostacola, cosa la favorisce e come si può potenziare. La robustezza di questa analisi è garantita da una metodologia rigorosa, che ha seguito le linee guida internazionali PRISMA e ha utilizzato un approccio integrato di metodi misti (qualitativi e quantitativi), permettendo di cogliere ogni sfumatura del fenomeno. Gli studi inclusi nella revisione sono stati inoltre sottoposti a una rigorosa valutazione critica, garantendo l'affidabilità e la qualità dei dati analizzati.
Le barriere all’assertività infermieristica
Nonostante i benefici evidenti, l’assertività non è ancora una competenza così diffusa tra gli infermieri, soprattutto tra i più giovani. I motivi sono molteplici e spesso legati alla cultura organizzativa e gerarchica degli ambienti di lavoro. L'analisi dei 15 studi ha permesso di identificare cinque temi centrali che delineano il panorama dell'assertività infermieristica, di cui il secondo e più ampio tema riguarda proprio le barriere.
Tra i principali ostacoli evidenziati dalla revisione:
- Paura delle ripercussioni, ad esempio in termini di valutazione professionale o di deterioramento del clima interno
- Timore di essere giudicati scortesi o arroganti, specie nei confronti di figure gerarchicamente superiori
- Mancanza di modelli di riferimento positivi e di contesti che favoriscano il dialogo aperto e il confronto costruttivo
- Carichi di lavoro eccessivi che non lasciano spazio alla riflessione, alla pianificazione e alla comunicazione efficace
Un’ulteriore barriera, particolarmente presente nei Paesi asiatici studiati, come il Giappone, e anche in alcuni contesti culturali come l'Egitto, è rappresentata da norme culturali che valorizzano l’armonia del gruppo e scoraggiano il confronto diretto, rendendo difficile esprimere dissenso o preoccupazioni in modo aperto.
Più assertività, meno silenzi pericolosi
In definitiva, essere assertivi in corsia non significa "alzare la voce" o imporsi, ma acquisire strumenti per esprimersi con chiarezza, rispetto e consapevolezza, soprattutto in situazioni delicate e complesse. Come evidenzia la revisione, un’infermiera o un infermiere assertivo è una figura che sa farsi ascoltare senza temere il giudizio, che mette al centro la sicurezza del paziente e che contribuisce a costruire un clima lavorativo più sereno, collaborativo ed efficace.
Promuovere percorsi formativi sull’assertività, sin dalla formazione universitaria e nei contesti di aggiornamento continuo, è oggi una priorità strategica per i sistemi sanitari. L'assertività è la chiave per un ambiente lavorativo meno stressante e per una comunicazione fluida ed efficace, elementi che si traducono direttamente in una migliore qualità dell'assistenza e in un maggiore benessere per tutti gli attori coinvolti.