Carenza infermieri, “Sostegno per la casa a chi si trasferisce in Friuli Venezia Giulia”

Scritto il 20/05/2025
da Redazione

È la proposta lanciata dall’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, a conclusione dell’incontro con i presidenti degli Ordini delle professioni infermieristiche del Friuli Venezia Giulia. Nelle prossime manovre – ha annunciato – vorremmo individuare strumenti utili per introdurre misure concrete per rendere più attrattiva la sanità friulana per i professionisti provenienti da fuori regione.

Alloggi per attrarre infermieri: la proposta accolta dalla Regione

Lanciata la proposta di sostegno per la casa agli infermieri che si trasferiscono in FVG.

Nel corso dell’incontro con l’assessore Riccardi, il Coordinamento Regionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche del Friuli Venezia Giulia – composto dai presidenti dei quattro Ordini provinciali – ha portato all’attenzione della Regione una questione concreta che ostacola l’arrivo di nuovi professionisti in sanità: la difficoltà ad accedere a un alloggio.

Uno dei problemi maggiori per accogliere colleghi provenienti da altre regioni è proprio quello dell’alloggio, viste le difficoltà a trovare in affitto ma anche i costi esorbitanti che mettono in difficoltà chi volentieri verrebbe in FVG, ha sottolineato Luciano Clarizia, presidente dell’Opi di Pordenone.

Tra le proposte condivise con l’assessorato – e subito accolte – vi è l’ipotesi di riconvertire immobili demaniali dismessi in alloggi destinati al personale infermieristico e alle loro famiglie. Abbiamo suggerito di identificare alcuni alloggi demaniali dismessi che potrebbero essere riconvertiti in appartamenti per i colleghi e le loro famiglie ed impegnare la Regione a trovare i fondi per rendere possibile questa nostra proposta, ha spiegato Clarizia.

Un secondo nodo sollevato dagli Opi riguarda la corretta lettura dei dati sul personale attivo. È stata infatti evidenziata la necessità di distinguere tra chi è formalmente in organico e chi, per limitazioni certificate dal medico competente, non può più svolgere mansioni cliniche. Secondo Clarizia, continuare a considerare queste unità come operative a tutti gli effetti rischia di falsare il quadro e ostacolare la pianificazione dei fabbisogni reali all’interno delle aziende sanitarie.

“Saldo tra ingressi e uscite positivo, ma non per l’area infermieristica”

L’assessore Riccardi non ha presentato numeri, ma ha confermato che sul fronte degli infermieri si registri una flessione. Ha infatti evidenziato che il saldo tra ingressi e uscite nel Sistema sanitario regionale è oggi positivo, con un incremento complessivo del personale rispetto al passato.

Ma la crescita riguarda in particolare i medici e gli operatori sociosanitari (Oss), mentre permane una criticità nell’area infermieristica, che continua a registrare un calo, ha puntualizzato.

“I margini per valorizzare e migliorare la professione ci sono”

Secondo l’assessore, il sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia presenta una distribuzione frammentata dei servizi: da qui l’impegno per il potenziamento delle strutture territoriali, strategico anche per garantire la domiciliarità attraverso il rafforzamento dei servizi, comprese le strutture residenziali e quelle dedicate alla non autosufficienza.

Ma senza una presenza adeguata di personale infermieristico, tali strutture non possono operare efficacemente, sottolinea la Regione.

Tuttavia esistono – ha riconosciuto Riccardi – concreti margini di intervento per valorizzare la professione infermieristica. In questo quadro, le richieste avanzate dagli Ordini in merito ai percorsi di carriera rappresentano un tema serio e prioritario, capace di contribuire alla maggiore attrattività della professione, soprattutto per le nuove generazioni.

Ritengo quindi – ha concluso l’assessore – che vi siano spazi significativi di miglioramento, sia sotto il profilo organizzativo sia nella promozione di una cultura manageriale all’interno delle diverse strutture del sistema, a partire dalla non autosufficienza.