Arteriopatia obliterante periferica - PAD

Scritto il 04/03/2025
da Chiara Vannini

L’arteriopatia obliterante periferica, o malattia arteriosa periferica (PAD, peripheral arteria disease) è una patologia che interessa il sistema circolatorio e che causa una riduzione del flusso ematico all’interno delle arterie. È caratterizzata dalla formazione di placche aterosclerotiche che restringono il lume di flusso arterioso, soprattutto nelle estremità distali e quindi al polpaccio, alla coscia, o a tutto l’arto inferiore.

Cos’è la PAD, arteriopatia obliterante periferica

La PAD prevede necessariamente non solo un trattamento terapeutico, ma anche un cambiamento dello stile di vita.

Durante la deambulazione, a causa delle placche, si viene a creare un’ischemia transitoria dei muscoli delle gambe, con conseguente claudicatio intermittens (zoppia temporanea). La PAD infatti provoca una riduzione del flusso ematico in particolar modo alle estremità, e quindi agli arti, provocando dolore, difficoltà alla deambulazione e una riduzione di tollerabilità allo sforzo.

La gestione di questa malattia varia a seconda della gravità e dei segni e sintomi; tuttavia, i pazienti con PAD hanno un rischio cardiovascolare equivalente ai pazienti con un pregresso infarto del miocardio. È una malattia che colpisce prevalentemente persone sopra i 70 anni di età, e di sesso maschile.

Fattori di rischio

Il principale fattore di rischio della malattia arteriosa periferica è l’aterosclerosi.

Fra gli altri fattori di rischio troviamo:

  • fumo
  • obesità
  • diabete
  • ipercolesterolemia
  • età > 50 anni
  • familiarità per malattie vascolari o cardiache

Diagnosi di PAD

La diagnosi di PAD viene fatta inizialmente attraverso l’esame obiettivo. Alla valutazione il medico, infatti, può valutare:

  • dolore alla palpazione
  • atrofia muscolare
  • colorito pallido o cianotico della cute
  • cute fredda

All’esame obiettivo il medico può inoltre riscontrare una riduzione dei polsi periferici a livello degli arti inferiori, o l’assenza di polsi. Oltre all’esame fisico, il medico procede con la raccolta anamnestica, con lo scopo di indagare la storia del paziente, i segni e sintomi manifesti, la propria capacità di camminare, oltre ai fattori di rischio come fumo, diabete o malattie cardiovascolari.

Fra gli esami più specifici che è possibile eseguire ci sono:

  • Indice caviglia–braccio: è la misurazione della pressione arteriosa sistolica alla caviglia e al braccio del paziente, mentre si rileva il flusso dell’arteria tibiale o dorsale del piede con un doppler. Il bracciale posizionato alla caviglia viene gonfiato fino a che la sonda del doppler non rileva più il polso dell’arteria tibiale o dorsale e si valuta la PAS nel momento in cui il bracciale si sgonfia e ricompare il segnale del doppler. In base alla relazione dei valori di PAS nel braccio e nella caviglia, si evidenzia un diverso fattore di rischio di PAD
  • Doppler agli arti inferiori, con lo scopo di valutare lo stato di occlusione o riduzione del flusso ematico, o della velocità del flusso
  • Angiografia TC o angioRM, sempre con lo scopo di valutare in maniera molto precisa e dettagliata, il livello di occlusione e l’eventualità di un bypass arterioso
  • Ossimetria transcutanea: è un metodo non invasivo in grado di valutare la perfusione tissutale

Terapia

L’obiettivo terapeutico primario è innanzitutto quello di ridurre il rischio vascolare; in secondo luogo è quello di migliorare la deambulazione.

Per quanto riguarda il primo obiettivo, il rischio vascolare è correlato al maggior rischio di ictus, infarto del miocardio e trombosi, rispetto ai pazienti senza malattia. La terapia prevede innanzitutto il miglioramento dello stile di vita, come la sospensione dal fumo e un miglior controllo di fattori come ipercolesterolemia, ipertensione o diabete.

Per quando riguarda l’approccio alla deambulazione, il trattamento consiste nell’esercizio fisico della camminata fino alla soglia di tolleranza del dolore, attraverso brevi sessioni per diverse settimane.

L’approccio terapeutico farmacologico prevede invece l’assunzione di cilostazolo, che ha lo scopo di promuovere la vasodilatazione.

Infine, l’approccio terapeutico interventistico, che deve essere l’ultima scelta, prevede il posizionamento di uno stent o palloncino, in maniera invasiva, per i pazienti che non rispondono alla terapia fisica o farmacologica. Lo stent o il palloncino hanno come obiettivo quello di ridurre l’occlusione dell’arteria.

Prognosi

La PAD prevede necessariamente non solo un trattamento terapeutico, ma anche un cambiamento dello stile di vita. La malattia infatti tende ad essere progressiva, ed inoltre i pazienti che ne sono affetti tendono ad avere anche una malattia cerebrovascolare o coronarica concomitante, che ne aumentano la mortalità.