Infezione da Campylobacter
La campylobatteriosi è una delle malattie batteriche gastrointestinali più diffuse al mondo.
Il periodo di incubazione varia da un giorno ad una settimana. I sintomi sono aspecifici, solitamente leggeri o moderati. Hanno una durata variabile, da uno a sette giorni, ma nel 20% dei casi possono persistere per oltre una settimana.
La malattia si manifesta con diarrea, anche con sangue, dolori addominali, febbre, mal di testa, nausea e vomito. Le manifestazioni più gravi – meningiti, endocarditi, aborti settici - si verificano soltanto nell'1% dei casi, solitamente in soggetti molto anziani o molto giovani.
I pazienti con deficit di immunoglobuline possono essere colpiti da infezioni gravi, prolungate e ricorrenti. Sebbene il tasso di mortalità sia basso, la malattia può tuttavia comportare complicanze anche gravi nelle persone maggiormente vulnerabili come bambini, anziani e immunodepressi.
Vi possono essere sequele croniche come l'artrite reattiva, infiammazioni a carico del fegato e dei reni e patologie neurologiche, come la sindrome di Guillain-Barré.
La trasmissione è alimentare
Avviene prevalentemente con il consumo di alimenti contaminati. Il principale serbatoio del batterio è il tratto intestinale di animali selvatici e domestici. La fonte principale è la carne di pollame poco cotta, seguita dalle carni di suini e bovini.
La contaminazione della carne avviene durante la macellazione, attraverso il contatto diretto con il materiale fecale. La trasmissione può avvenire anche con prodotti alimentari pronti per l'uso che sono stati in contatto con carne di pollo cruda (cross-contamination), l'assunzione di acque contaminate da materiale fecale ed il consumo di latte vaccino crudo o non pastorizzato contaminato.
Il contagio diretto da uomo a uomo è raro, tuttavia gli animali domestici possono fungere da serbatoi del batterio e favorirne la trasmissione nell'ambiente. Essendo difficile da distinguere da altre patologie gastrointestinali per l'aspecificità della sintomatologia, la Campylobatteriosi può essere diagnosticata dall'analisi microbiologica dei campioni clinici.
Prevenzione
La diffusione può essere controllata attraverso la pastorizzazione del latte e un sistema sicuro di potabilizzazione dell'acqua. Le misure di prevenzione includono accurate norme igieniche sia durante la preparazione del cibo che durante la sua conservazione, nonché evitare l'impiego di acqua contaminata per l'irrigazione dei campi e il lavaggio degli alimenti.
Per prevenire o ridurre il rischio è fondamentale la manipolazione sicura della carne cruda e un'accurata cottura. Poiché la contaminazione della carne avviene durante la macellazione attraverso il contatto con le feci e tramite il contenuto intestinale degli animali in macellazione, il rischio può essere ridotto con il lavaggio della carne dopo la macellazione e il congelamento dei prodotti alimentari.
Sebbene il rischio di infezione possa essere ridotto osservando misure igieniche e di controllo in tutti i settori della catena alimentare, l'unico metodo efficace per eliminare il batterio dai cibi contaminati è il trattamento battericida attraverso il riscaldamento (cottura o pastorizzazione) o l'irradiazione (raggi gamma).
Trattamento della Campylobatteriosi
Il trattamento fondamentale dell'infezione consiste nella reidratazione dei liquidi per la gestione della diarrea. Sebbene gli antibiotici non siano solitamente indicati per le enteriti di lieve e moderata gravità, le infezioni da Campylobacter possono essere trattate efficacemente con eritromicina, tetraciclina e fluorochinoloni in caso di dissenteria da moderata a grave.
Tale trattamento risulta vantaggioso per i pazienti più a rischio, come gli anziani, i pazienti con brividi e sintomi sistemici, gli immunocompromessi e le donne in gravidanza.
Il fenomeno della farmaco-resistenza riguarda purtroppo anche le varie specie di Campylobacter, in aumento in maniera allarmante soprattutto per i fluorochinoloni a causa del loro massiccio uso negli allevamenti di bestiame.