Quando e perché è indicata la broncoscopia
La broncoscopia ha essenzialmente due intenti, uno diagnostico e uno terapeutico. Dal punto di vista diagnostico gli obiettivi sono quelli di esaminare i tessuti a livello macroscopico, di esaminare e prelevare le secrezioni (BAS) per eseguire esame citologico e microbiologico e di determinare lo sviluppo di un processo patologico e ottenere un campione di tessuto per la diagnosi in laboratorio (biopsia, brushing).
Tramite broncoscopia è possibile anche attuare interventi terapeutici come l’estrazione di corpi estranei, tamponare gravi emorragie, ricanalizzare le vie aeree o asportare granulomi.
Quando viene eseguita una broncoscopia
La broncoscopia viene effettuata in pazienti che presentano:
- Tosse persistente
- Raucedine o paralisi delle corde vocali
- Trauma toracico
- Ostruzione da corpo estraneo (frequente in età pediatrica)
- Emottisi
- Paralisi del diaframma
- Sospetta fistola tra esofago e trachea
- In caso di opacità o addensamenti all’esame radiologico o TAC del torace (masse, versamenti, polmoniti)
Le indicazioni alla broncoscopia sono dunque molteplici:
- Identificare la causa in caso di difficoltà respiratoria
- Rimozione di un corpo estraneo in caso di urgenza
- Osservazione, diagnosi e valutazione del grado di gravità in caso di patologia tumorale
- Intubazione difficile
- Raccolta di secrezioni per l’identificazione di germi patogeni in caso di infezioni polmonari o di malattie rare
- Aspirazione delle secrezioni in corso di malattie ostruttive bronchiali (asma bronchiale, BPCO, ecc.)
- Valutazione e tamponamento di un sanguinamento proveniente da bronchi o polmoni
- Eliminare il restringimento delle vie aeree in caso di stenosi tracheo-bronchiali
- Prelevare cellule profonde mediante broncolavaggio in caso di malattie interstiziali polmonari
Rischi e complicanze della broncoscopia
Pur essendo una procedura invasiva la broncoscopia è un esame sicuro e la percentuale delle complicanze è sotto il 5%. I rischi dati da tale procedura sono legati prima di tutto al disagio e alla reazione spontanea che provoca tosse conseguente al passaggio del broncoscopio nella gola. Generalmente l’anestetico locale attenua un po’ la reazione. Anche l’epistassi deve essere messa in conto durante il passaggio rino-tracheale della sonda.
L’anestetico stesso può diventare però un fattore di rischio in caso di reazione allergica o intolleranza, creando ipotensione, aritmie o depressione respiratoria. Un’altra possibile complicanza è legata alla desaturazione, cioè la diminuzione della percentuale di ossigeno nel sangue.
L’ ipossia compare poiché il fibroscopio occupa spazio nelle vie aeree e aumenta le resistenze respiratorie. Per questo l’ossigenazione periferica sarà sempre monitorata durante tutto l’intervento.
Generalmente torna a livelli ottimali senza nessun intervento, diversamente il medico deciderà di somministrare ossigeno o di interrompere la procedura. Il prelievo di un campione bioptico potrebbe arrecare danno tessutale che si manifesta con emorragia o con pneumotorace.
La sonda in sé è flessibile e non crea danni o traumatismi nonostante una mucosa possa risultare ispessita, compromessa o infiammata. Il prelievo di un pezzo di tessuto però potrebbe provocare una perdita ematica che generalmente si arresta spontaneamente; diversamente può essere tamponata tramite somministrazione di farmaci direttamente nel broncoscopio. Altra complicanza immediata è il laringospasmo o il broncospasmo soprattutto nei pazienti con aumentata sensibilità delle vie aeree.
Particolare attenzione va prestata ai pazienti cardiopatici o in corso di terapia anticoagulante. Nei pazienti con funzionalità cardiovascolare compromessa possono insorgere alterazioni emodinamiche che vanno dall’ipertensione alle tachiaritmie.
Le infezioni rientrano tra le complicanze tardive, mentre tra quelle davvero rare troviamo aritmie (in pazienti non cardiopatici), gravi difficoltà respiratorie o il collasso polmonare.