Tra i temi della professione educativa, la valutazione è stata a lungo trascurata nonostante occupi una posizione cruciale. In senso letterale, la valutazione incrocia temi fondamentali dell’agire educativo: l’analisi dei bisogni e la loro soddisfazione, le modalità di definizione degli obiettivi, la ricerca dell’efficienza e dell’efficacia, i rapporti con gli stakeholders, ecc. Attraverso la valutazione, è possibile dare risposte credibili e fondate sul piano metodologico a domande ormai ineludibili: che cosa “produce” l’educazione? In che modo possiamo dimostrarne l’utilità? A partire da queste domande si sono elaborate del Linee di Indirizzo per declinare l’agire educativo secondo le aspettative di efficacia ed appropriatezza sempre più presenti nei gestori dei Servizi e nell’opinione pubblica, maturando un approccio evidence-based anche in ambito educativo.
Perché valutare il lavoro educativo
Questo è possibile se si adottano in modo sistematico strumenti di valutazione di esito/outcome per le progettualità messe in atto nei diversi ambiti di impegno. Su questo tema, infatti, si gioca la legittimazione professionale soprattutto nelle équipe multiprofessionali.
Questo tema è strettamente correlato anche alla necessita di alimentare la ricerca dell’innovazione professionale, che può riguardate sia i bisogni emergenti, quindi il target dell’agire educativo, sia i modelli di riferimento e le relative metodologie.
Inoltre, va considerato che nel mondo delle professioni sociosanitarie esistono operatori che hanno formazione ed approcci molto attigui a quelli che gli EP hanno riconosciuto come propri fin dalla definizione del core competence (Terapisti Occupazionali, ai Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica, agli Assistenti Sociali).
Con tali professionisti è opportuno avviare un confronto dialogico che miri a sviluppare, per specifici contesti di lavoro, buone prassi, protocolli e linee guida. Questa linea di azione è finalizzata anche ad alimentare la riflessione sulla specificità del ruolo professionale e del lavoro educativo.
Necessità di seguire nella pratica educativa un processo di valutazione
Le Linee di Indirizzo pongono l’attenzione sulla valutazione del lavoro educativo, cioè tutto ciò che può aiutare a capire a cosa serve (oltre a chi serve) ciò che nei diversi contesti del lavoro educativo professionale viene realizzato.
E più ancora se serve ad affrontare efficacemente i problemi che hanno condotto quelle persone in quel servizio o coinvolto in quel progetto, se ne migliora l’esistenza nella vita quotidiana, se risponde agli scopi definiti. Si deve tenere altresì conto che il lavoro educativo è caratterizzato da aspetti peculiari della professione.
Ci riferiamo in primo luogo alla quotidianità: l’Educatore Professionale, infatti, opera prevalentemente in servizi che si occupano della vita quotidiana degli utenti, nella condizione di “normalità” della loro esistenza, trovandosi molti vicino a loro, in una prossimità, in uno spazio che richiede relazioni di vicinanza e la necessità di ricercare un equilibrio (sempre da costruire o ristrutturare) tra la necessità del coinvolgimento ed il necessario distacco.
Un altro aspetto è la continuità nel tempo, quella che troviamo, per esempio, nelle strutture residenziali. Inoltre, a differenza di altre professioni dell’area socio-sanitaria (soprattutto quelle ad alto contenuto tecnico), che si esprimono in un setting definito (il colloquio, la seduta, il trattamento, la prestazione, ecc.), l’Educatore Professionale dispone di una situazione d’intervento che si fonde (a volte si confonde) con elementi di normalità e quotidianità. Si tratta cioè di un setting allargato che viene a costituirsi attraverso una costruzione operata dall’Educatore Professionale. Infine, l’Educatore Professionale nel proprio operare non è mai solo (anche se si può essere lasciati soli), deve necessariamente collaborare con altri operatori (Giovannoni, 2023).
Si possono elencare molte tesi a supporto della necessità di seguire nella pratica educativa un processo di valutazione. Una tra esse è quella di prevedere situazioni di verifica compartecipata per favorire la condivisione multidisciplinare indispensabile in ambito sanitario e sociale. In secondo luogo, è fondamentale rendere visibili i risultati dell’intervento educativo-riabilitativo per poter motivare l’utilizzo di risorse, ma soprattutto al fine di aderire ai principi di responsabilità e deontologia professionale a tutela dell’utenza e dei Servizi con i quali si interfaccia l’EP.
L’azione del valutare permette di acquisire conoscenze empiriche funzionali all’incremento del sapere e, dunque, alla definizione di quadri epistemologici sempre più completi in ogni ambito di intervento. Il processo valutativo è, inoltre, proficuo per la prevenzione del burnout in quanto stimola la ricerca di senso e permette di costruire circostanze in cui viene favorita la meta cognizione sugli esiti delle proprie e altrui azioni innalzando così il coinvolgimento e la motivazione degli operatori.
In via preliminare è utile precisare che il perimetro di riferimento all’interno del quale si collocano le Linee di Indirizzo è il lavoro educativo dell’Educatore Professionale quello che si svolge in contesti definiti di tipo educativo e riabilitativo, sottolineando la varietà dei contesti di riferimento, ma anche la loro specificità.
Migliorare l’efficacia dell’intervento educativo
Crediamo sia utile richiamare l’attenzione sugli scopi di questo lavoro: contribuire a promuovere una cultura valutativa (e quindi anche di autovalutazione) sull’efficacia degli interventi educativi, consapevoli che è possibile considerare solo parti delle esperienze e che l’azione educativa è parte dell’esperienza e che quindi ha esiti relativi.
Proprio per questa ragione è necessario dotarsi di punti di vista, di approcci e quindi di strumenti che aiutino a capire la realtà nella sua ineludibile complessità. L’adozione delle Linee di Indirizzo può valorizzare il lavoro educativo, cioè ciò che spesso resta nelle pieghe della quotidianità, che determina la qualità di vita degli utenti, ma che resta poco visibile.
Le linee di Indirizzo sono così uno strumento a disposizione della comunità professionale per migliorare l’efficacia dell’intervento educativo perché, nel momento in cui è oggetto di valutazione consente di apprendere dall’esperienza e quindi correggere gli approcci, le strategie e gli strumenti.
Articolo a cura di:
Maria Luisa Valenta, membro del Comitato Tecnico Scientifico di ANEP
Davide Patat, ANEP FVG
Giovanni Valle, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico di ANEP