Più che una nuova professione, l'Assistente Infermiere assomiglia al famoso uomo bicentenario, l'Andrew interpretato da Robin Williams. Come quel robot che aspira a diventare umano, anche l'assistente Infermiere sembra destinato a vivere un'esistenza precaria, intrappolato tra sogni di professionalizzazione ed una realtà di sotto-utilizzo e mansioni elementari. Così la Federazione nazionale Migep commentando la nuova figura professionale istituita dal Ministero della salute con il decreto dello scorso 8 agosto nel quale si introduce, in attesa dell'approvazione della Conferenza Stato-Regioni, anche la riforma della formazione dell'Operatore Socio sanitario di Base. La sua introduzione, senza un adeguato quadro normativo e contrattuale, crea una figura professionale che rischia di rimanere fantasma, ossia formalmente inesistente, priva di una reale autonomia e riconoscimento.

Le controversie e i dubbi sulla nuova figura dell'assistente infermiere

Secondo Migep e Stati Generali la figura dell'Assistente infermiere senza una formazione adeguata ed un inquadramento chiaro rischia di invecchiare e dequalificarsi precocemente

Questa nuova figura dovrà affrontare una crisi d'identità, intrappolata come sarà tra l'infermiere e l'Oss e bloccata tra competenze infermieristiche e le attività proprie del profilo dell'Oss. L'aumento delle competenze genererà soltanto incomprensioni, spiegano in un comunicato stampa Angelo Minghetti (Migep) e Gennaro Sorrentino di Stati Generali Oss, sollevando molti interrogativi su questo provvedimento che tra l'altro non riconosce il profilo e il ruolo dell'Oss considerandolo ancora un operatore di interesse sanitario non inquadrabile tra le professioni sanitarie riconosciute.

Secondo Migep e Stati Generali, i fattori che separano l'Assistente Infermiere da una professionalizzazione sono il tempo e la libertà, nel senso che senza una formazione adeguata ed un inquadramento chiaro tale figura rischia di invecchiare e dequalificarsi precocemente e altresì che senza un riconoscimento contrattuale normativo esso non potrà mai gestire autonomamente e in sicurezza il proprio lavoro.

Sebbene dotato di competenze teoricamente avanzate (rilevazione dei parametri, esecuzione di ECG, somministrazioni di farmaci in situazioni stabili, gestione di dispositivi medici ed altre attività infermieristiche), l'Assistente Infermiere non sarà considerato un professionista sanitario a tutti gli effetti, sottolineano ritenendo che ciò genererà confusione nelle strutture sanitarie sul territorio, soprattutto negli ospedali privati e nelle Rsa, dove si prevede che tale figura avrà un ruolo più centrale.

La sensazione è che la politica stia cercando di arginare il problema della carenza di infermieri con soluzioni temporanee e che le strutture puntino a ridurre il numero di infermieri ed Oss sostituendoli in parte con questa nuova figura ibrida, aggiungono ricordando che una iniziativa simile era già stata proposta anni fa in Veneto e in Lombardia con la figura del Super Oss.

Anzichè affrontare il problema della carenza di personale qualificato attraverso percorsi di formazione più solidi e qualificanti, la politica sembra cercare scorciatoie che potrebbero portare invece ad un peggioramento delle condizioni lavorative oltre ad una crescente confusione e conflittualità tra le varie figure professionali, accentuando altresì le disparità regionali nella gestione delle risorse umane in sanità.

Minghetti e Sorrentino ritengono che tale figura diventi sostanzialmente un jolly operativo chiamato a colmare i vuoti lasciati dagli infermieri che andranno così a perdere l'essenza stessa della propria professione. E denunciano: Essi l'hanno sponsorizzata e ne hanno approvato la messa in atto con il rischio di sminuire ulteriormente il ruolo e l'dentità degli Oss.

I rappresentanti di Migep- Stati Generali si interrogano altresì se la nuova figura sarà inquadrata nell'area socio-sanitaria, se otterrà un riconoscimento contrattuale adeguato e migliori condizioni economiche, se sarà previsto un sistema di assicurazione sanitaria e, non da ultimo, se sarà considerato un lavoro usurante.

Uno degli aspetti più controversi del decreto, spiegano, è la proposta per la nuova figura di una formazione on line a distanza (FAD) priva di una valutazione attitudinale degli studenti. Viene inoltre a mancare la responsabilità professionale, sia per dolo che per colpa grave (Legge n. 24/2017). La formazione proposta appare indirizzata verso un progressivo ribasso, attribuendo agli assistenti infermieri competenze infermieristiche senza il necessario approffondimento, evidenziano i rappresentanti degli Oss spiegando che il decreto prevede soltanto 500 ore di formazione, contro le 1000 previste per l'Oss, con moduli aggiuntivi di aggiornamento (12 ore annuali).

Per quanto riguarda gli Oss senza un titolo di istruzione secondaria il decreto stabilisce che essi potranno comunque accedere ai corsi istituiti se avranno un'esperienza lavorativa di almeno cinque anni ma questo, segnalano, potrebbe comportare il rischio di avere una formazione insufficiente a garantire la sicurezza dei pazienti e dei lavoratori.

Temono che la figura dell'Oss rimanga intrappolata in un limbo burocratico, privandola della sua valorizzazione. E concludono:. La speranza è che gli Assistenti Infermieri non si trasformino, come accadeva nel personaggio dell'Uomo Bicentenario, in servitori invisibili di un sistema che ne sfrutta le competenze senza riconoscerne pienamente il valore. Ed aggiungono che pur comprendendo la necessità di dare una svolta positiva al futuro del sistema salute dopo la pandemia e pur condividendo la necessità di istituire una figura intermedia, riteniamo che costruire una figura ambigua non sia la soluzione migliore per sopperire alla carenza di infermieri.

Puntare sulla centralità della formazione, della professionalità e del riconoscimento delle competenze, creando un sistema che valorizzi realmente il ruolo di tutte le figure assistenziali, è la soluzione proposta dai rappresentanti degli Oss per garantire un futuro alle professioni sanitarie.