Obesità infantile: in Europa un bambino su quattro è in sovrappeso

Scritto il 05/11/2025
da Redazione

Il nuovo report della Sorveglianza europea sull’obesità infantile (COSI) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità rivela che il 25% dei bambini tra 7 e 9 anni vive in condizione di sovrappeso e l’11% con obesità. Differenze marcate tra Paesi, stili di vita ancora poco sani e forti disuguaglianze sociali: l’obesità infantile resta una delle emergenze sanitarie più rilevanti del continente.

Il quadro europeo

Il 25% dei bambini tra 7 e 9 anni vive in condizione di sovrappeso e l’11% con obesità.

Il sesto ciclo del programma COSI (Childhood Obesity Surveillance Initiative), condotto dall’Oms Europa tra il 2022 e il 2024, ha raccolto dati su 470mila bambini di età compresa tra 6 e 9 anni in 37 Paesi.


Si tratta della più ampia sorveglianza mondiale sull’obesità infantile, nata nel 2007 per fornire dati comparabili e affidabili sulle tendenze di sovrappeso, obesità e comportamenti correlati.

I risultati sono inequivocabili:

  • 1 bambino su 4 (25%) è in sovrappeso
  • 1 su 10 (11%) è obeso
  • le differenze tra Paesi restano profonde: la prevalenza varia dal 3% in Uzbekistan al 20% a Cipro, con tassi elevati nei Paesi dell’Europa meridionale come Italia, Grecia, Spagna e Malta

Rispetto al precedente ciclo (2018–2020), la situazione mostra una tendenza alla stabilità, ma senza miglioramenti significativi. In otto Paesi si registrano variazioni statisticamente rilevanti: Bulgaria, Malta, Slovenia e Svezia in aumento; Grecia, Israele, Italia e Spagna in diminuzione.

In Italia livelli ancora alti ma in lieve calo

L’Italia, da sempre tra i Paesi europei con la maggiore prevalenza di obesità infantile, mostra un modesto ma significativo miglioramento: il dato 2024 segnala una riduzione di 2,6 punti percentuali nel sovrappeso rispetto al ciclo precedente.


Nonostante ciò, il problema resta grave: oltre il 35% dei bambini italiani tra 7 e 9 anni presenta un eccesso ponderale, con una prevalenza di obesità che supera il 10%.

Il trend in lieve calo è incoraggiante, ma non sufficiente, sottolineano gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, partner nazionale del progetto,. La sfida è agire su determinanti sociali e ambientali, non solo individuali.

Pandemia e salute dei bambini

Il ciclo 2022–2024 rappresenta il primo dopo l’emergenza Covid-19. Lo studio COSI-COVID, condotto in 17 Paesi, aveva già rilevato un calo del 30% dell’attività fisica nei giorni feriali, un aumento del consumo di snack e due genitori su tre non riconoscono il sovrappeso del proprio figlio, una percezione distorta che ostacola la prevenzione e la presa in carico precoce.


Queste modifiche comportamentali, associate a un maggiore tempo trascorso in casa e a una riduzione delle attività sportive scolastiche, sembrano aver consolidato abitudini poco salutari in ampie fasce di popolazione infantile.

Disuguaglianze e percezione genitoriale

Un dato preoccupante riguarda la sottostima del peso dei figli: due terzi (66%) dei bambini in sovrappeso vengono percepiti dai genitori come “normopeso” o “magri”.


Questo gap percettivo, confermato in tutti i Paesi analizzati, ostacola l’adozione precoce di comportamenti preventivi e alimentazioni equilibrate.

Parallelamente, il report evidenzia come le disuguaglianze socioeconomiche influenzino tutte le dimensioni del problema: alimentazione, attività fisica, sonno e accesso a spazi sicuri per il gioco.


In Germania, ad esempio, la prevalenza di obesità è 11 punti più alta tra i figli di genitori con basso livello di istruzione.

Il ruolo dei professionisti sanitari

In prima linea nella prevenzione, infermieri, pediatri, dietisti e operatori di sanità pubblica hanno un ruolo cruciale: identificare precocemente situazioni di rischio, promuovere comportamenti salutari in famiglia, e collaborare con le scuole e i servizi territoriali.


La presa in carico multidisciplinare, che integri educazione alimentare, supporto psicologico e attività fisica adattata, è la chiave per contrastare l’obesità infantile in modo sostenibile.