La sentenza
Buoni pasto elettronici
La sezione Lavoro del Tribunale di Firenze ha condannato l’Asl Toscana Centro a corrispondere quanto dovuto a un gruppo di infermieri impegnati nelle postazioni del 118 di Vaglia, Dicomano e Rignano sull’Arno.
I professionisti avevano fatto ricorso per ottenere il riconoscimento del servizio alternativo alla mensa durante i turni di emergenza territoriale, attività che per sua natura non consente interruzioni programmabili. Secondo il giudice, le motivazioni addotte dall’Azienda sanitaria non giustificano l’esclusione dei lavoratori dal beneficio.
L’Asl aveva sostenuto che il diritto alla mensa o al buono pasto fosse legato alla possibilità di usufruire di una pausa durante l’orario di lavoro, pausa incompatibile con il servizio di emergenza-urgenza. Una tesi respinta dal giudice, che ha riconosciuto come proprio l’organizzazione del lavoro non possa tradursi in una compressione dei diritti contrattuali.
Il risultato è una condanna al pagamento delle somme spettanti agli infermieri che hanno promosso l’azione legale, con un principio che va oltre il singolo caso e chiama in causa l’intero assetto organizzativo del servizio.
La posizione del sindacato
A sostenere gli infermieri nel ricorso è stato il Nursind, che parla di una situazione ormai insostenibile. Per il dirigente della segreteria Toscana Centro, Alberto Balestra, nel 2025 è assurdo dover ricorrere ai tribunali per vedersi riconosciuto un diritto sancito dalla legge
, denunciando una divisione di fatto tra lavoratori di serie A e di serie B all’interno della stessa Azienda.
Il segretario regionale Giampaolo Giannoni richiama invece la necessità di un confronto istituzionale più ampio, chiedendo alle aziende sanitarie toscane di affrontare il problema in modo strutturale attraverso un dialogo con la Regione.
La sentenza mette al centro una questione spesso sottovalutata: i diritti dei professionisti dell’emergenza territoriale, chiamati a garantire continuità assistenziale senza le tutele previste per altri contesti lavorativi.
Il riconoscimento del diritto alla mensa o al buono pasto anche in assenza di pause formali ribadisce un principio chiave: l’organizzazione del servizio non può annullare le tutele contrattuali. Un messaggio che riguarda non solo la Toscana, ma tutte le realtà in cui il lavoro infermieristico si svolge in condizioni operative complesse e ad alta intensità.