Diabete in Italia: cresce la prevalenza, ma la prevenzione resta la chiave

Scritto il 04/11/2025
da Redazione

Il Ministero della Salute ha pubblicato la Relazione 2024 sullo stato delle conoscenze e delle nuove acquisizioni in tema di diabete mellito, un documento che fotografa la situazione epidemiologica, clinica e organizzativa della patologia nel nostro Paese.
I dati mostrano un’Italia in cui il diabete è sempre più diffuso, con oltre 4 milioni di persone con diagnosi accertata e circa 1,5 milioni di casi stimati non diagnosticati, ma anche un sistema sanitario che si sta riorganizzando per affrontare la sfida con strumenti di prevenzione, digitalizzazione e medicina di prossimità.

Prevalenza in crescita e disuguaglianze territoriali e sociali

Il Ministero della Salute ha pubblicato la Relazione 2024 sullo stato delle conoscenze e delle nuove acquisizioni in tema di diabete mellito.

Nel 2023 la prevalenza del diabete noto è pari al 6,2% della popolazione, con un valore più alto tra gli uomini (6,9%) rispetto alle donne (5,7%). La quota sale al 20% tra gli over 75 e mostra un chiaro gradiente geografico: Sud e Isole restano le aree più colpite, con percentuali rispettivamente del 7,9% e del 7,4%, contro il 5,5% del Nord-Est.


Il principale fattore di rischio è l’eccesso ponderale, che riguarda il 46,3% degli adulti e si accompagna a un aumento dell’obesità, in particolare tra gli uomini.

Il sistema di sorveglianza PASSI conferma un forte legame tra diabete e condizioni socioeconomiche. La prevalenza raggiunge il 13,7% tra chi ha solo la licenza elementare e scende al 2,6% tra i laureati. Anche le difficoltà economiche incidono: 7,8% dei casi tra chi riferisce problemi finanziari contro il 3,8% tra chi non ne ha.

Bambini e adolescenti

Il sistema OKkio alla Salute registra nel 2023 un 19% di bambini in sovrappeso e un 9,8% obesi, con picchi nel Sud. I dati HBSC sull’adolescenza mostrano che già tra gli 11 e i 15 anni un quarto dei ragazzi è in eccesso ponderale, mentre il 30% non consuma la colazione e solo un adolescente su dieci svolge l’attività fisica quotidiana raccomandata.

Queste tendenze confermano che la prevenzione deve iniziare a scuola, con interventi educativi su alimentazione e movimento, in linea con i programmi Guadagnare Salute e Piano Nazionale della Prevenzione 2020–2025.

Nuove prospettive cliniche

La relazione dedica ampio spazio alle innovazioni diagnostiche e terapeutiche.
La “mini-curva” da carico di glucosio, sviluppata dalla ricerca italiana e adottata a livello internazionale, consente di individuare precocemente il pre-diabete già con una glicemia superiore a 155 mg/dl alla prima ora.


Tra le novità terapeutiche, l’insulina icodec a somministrazione settimanale rappresenta una svolta nella gestione del diabete di tipo 2, con efficacia sovrapponibile alle insuline giornaliere, migliore aderenza e ridotto rischio di ipoglicemia.


Si affermano inoltre farmaci come la tirzepatide, agonista combinato di GLP-1 e GIP, capace di migliorare il controllo glicemico e favorire una significativa perdita di peso.

Telemedicina e gestione territoriale

Il documento conferma il ruolo centrale della telemedicina nel nuovo modello di assistenza.
Dispositivi per il monitoraggio continuo della glicemia, pompe di insulina intelligenti, penne smart e piattaforme di telemonitoraggio stanno trasformando il rapporto tra paziente e team diabetologico, garantendo continuità di cura anche a distanza.


Il PNRR e il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 saranno strumenti fondamentali per consolidare una rete di assistenza integrata e interoperabile.

Il diabete come sfida collettiva

Il quadro tracciato dal Ministero della Salute mostra che il diabete non è solo una patologia cronica ma un indicatore della tenuta complessiva del sistema sanitario e sociale.
Servono azioni coordinate su più fronti: prevenzione precoce, riduzione delle disuguaglianze, digitalizzazione dell’assistenza e sostegno ai pazienti nel percorso di autogestione.

In Italia, dove ogni anno si registrano migliaia di nuove diagnosi e il peso economico della malattia cresce, il futuro della lotta al diabete passa dall’integrazione tra prevenzione e cura, tra ospedale e territorio, tra scienza e società.