Il Lancet Countdown 2025 denuncia un mondo più caldo, malato e diseguale

Scritto il 30/10/2025
da Redazione

Il nuovo Lancet Countdown 2025, pubblicato il 24 ottobre, fotografa una realtà che non è più un avvertimento ma un’emergenza sanitaria globale.
Le temperature record, l’aumento della mortalità legata al caldo, le crisi alimentari e le perdite economiche sono già parte del presente.
La lentezza delle politiche di mitigazione e l’arretramento degli impegni internazionali stanno trasformando il cambiamento climatico nella più grave minaccia alla salute pubblica del XXI secolo.

La salute in un pianeta surriscaldato

Per i sistemi sanitari, l’urgenza è duplice: mitigare i danni già in corso e adattarsi a un clima che continuerà a mutare.

Il Lancet Countdown on Health and Climate Change nasce dal lavoro di 128 ricercatori e istituzioni internazionali, tra cui Oms, World Bank e università di 40 Paesi.
Il messaggio dell’edizione 2025 è netto: ogni frazione di grado in più costa vite umane, salute e stabilità economica.

Tra il 2012 e il 2021, le morti associate al caldo estremo hanno superato in media le 546mila all’anno, un incremento del 63% rispetto agli anni Novanta.
Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato: 1,5°C sopra i livelli preindustriali, con oltre 19 giorni di esposizione media alle ondate di calore per persona.


Per anziani e bambini al di sotto dell'anno di età, l’impatto è drammatico: rispetto al periodo 1986–2005, l’esposizione è aumentata del 304% per gli over 65 e del 389% per i neonati.

Gli effetti non si limitano alla mortalità: il caldo estremo riduce la capacità di concentrazione, il sonno, la produttività e la sicurezza nei luoghi di lavoro, aggravando la disuguaglianza economica.
Nel 2024 sono state perse 639 miliardi di ore lavorative per stress da calore, con un costo di 1.090 miliardi di dollari, pari a quasi l’1% del PIL mondiale.

La spirale economica e sanitaria del ritardo

La crisi climatica non è solo una questione ambientale, ma una crisi sistemica che sta mettendo in ginocchio l’economia e la sanità.
Gli eventi meteorologici estremi del 2024, alluvioni, uragani, incendi, hanno generato 304 miliardi di dollari di perdite economiche, il 59% in più rispetto alla media 2010–2014.

Contemporaneamente, la copertura assicurativa dei disastri naturali è scesa dal 67% al 54%, trasferendo il costo economico della ricostruzione sui governi e sulle comunità.
Secondo gli autori, questo “effetto domino” rischia di creare un ciclo di vulnerabilità, dove la perdita di risorse limita la capacità dei Paesi di investire in prevenzione, rafforzando le disuguaglianze sanitarie.

Le conseguenze si vedono già nei sistemi sanitari: infrastrutture danneggiate, farmaci compromessi da temperature estreme, interruzioni nelle forniture elettriche e idriche.
In alcune aree dell’Africa e dell’Asia meridionale, gli ospedali sono costretti a chiudere temporaneamente nei periodi di picco termico, proprio quando la domanda di assistenza aumenta.

Sanità pubblica e responsabilità politica

La salute globale si trova oggi in prima linea nella crisi climatica.
Il Lancet Countdown 2025 chiede un’inversione di rotta immediata: investimenti nelle infrastrutture verdi, nella resilienza dei sistemi sanitari e nella transizione energetica, considerandoli strumenti di salute pubblica, non solo economici o ambientali.

Per i sistemi sanitari, l’urgenza è duplice: mitigare i danni già in corso e adattarsi a un clima che continuerà a mutare.
Il rapporto insiste sul ruolo del personale sanitario come testimone e agente di cambiamento, capace di tradurre la crisi climatica in un linguaggio di salute, prevenzione e giustizia sociale.