SIDS, la morte in culla: quali sono i fattori di rischio

Scritto il 10/09/2025
da Chiara Gianfrancesco

La cosiddetta "morte in culla" o Sindrome della morte improvvisa del lattante è un evento che può verificarsi nel primo anno di vita di un neonato a cui non è stata ancora attribuita una reale causa medica. Sono, invece, noti una serie di fattori predisponenti e abitudini comportamentali che aumentano significativamente la probabilità che l'evento accada. Ecco, allora, che la prevenzione diventa l'unica arma disponibile e, in questo, il ruolo dell'infermiere si conferma cruciale perché attraverso la formazione e l'educazione diventa per le neo famiglie un ponte tra ospedale e casa.

SIDS: una morte improvvisa senza cause apparenti

L’unico strumento ad oggi veramente efficace per prevenire la morte in culla è la riduzione dei fattori di rischio ad essa connessi.

La SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) è tra le prime cause di morte neonatale. Si stima che nei paesi industrializzati avvenga in circa un neonato su duemila e, quindi, uno ogni trecento in Italia.

Non è una vera e propria patologia. Si verifica in neonati apparentemente sani nel loro primo anno di vita, con una maggiore incidenza nei primi cinque mesi e durante il sonno.

Si può fare diagnosi di SIDS solo se la morte improvvisa del lattante non è riconducibile a nessun'altra causa. Questo va accuratamente escluso tramite esame autoptico, analisi dello stato di salute del neonato e delle circostanze che hanno portato alla sua morte.

Nel caso in cui, durante autopsia, venga accertata la presenza, seppur ignota alla famiglia, di patologie metaboliche, aritmie cardiache, asfissia, trauma provocato o spontaneo o altro non si potrà fare diagnosi di SIDS.

L'infermiere nell'educazione al sonno sicuro

Si è visto che una buona formazione sulle modalità di prevenzione della SIDS prima della dimissione aumenta la compliance e l'aderenza alle buone norme di sicurezza dal 20 all 80%.

In ospedale gli infermieri, i più vicini fisicamente al bambino e alla sua famiglia, hanno un ruolo cruciale per i neogenitori, perchè forniscono le giuste informazioni e raccomandazioni sugli adeguati comportamenti da adottare per ridurre il rischio di incorrere nella SIDS.

In un numero sempre crescente di Terapie Intensive Neonatali e reparti di Ostetricia l'infermiere, affiancato dalle altre figure professionali, mette a punto e sostiene corsi formativi e informativi a genitori e caregivers, al fine di illustrare e dimostrare le buone norme per dormire in sicurezza.

I corsi vengono effettuati solitamente prima della dimissione, ma le buone norme per un sonno sicuro vengono già spiegate e dimostrate nella pratica quotidiana durante tutto il ricovero nella stanza di degenza, dove l'infermiere assiste quotidianamente donna e/o bambino, mostrando fin da subito la corretta posizione del neonato durante il sonno, favorendo l'allattamento al seno e rispondendo a dubbi e quesiti dei neogenitori.

L’infermiere deve individuare la possibile mancanza nozionistica sull’argomento da parte delle neomamme e identificare precocemente quale sia il canale d’informazione più adeguato a trasmettere le giuste conoscenze, favorendo il più possibile l'autonomia dei genitori. L’infermiere possiede tutte le capacità per costruire con loro un rapporto funzionale, al fine di renderli consapevoli di tutte le loro scelte e dei loro comportamenti volti alla riduzione dei fattori di rischio della SIDS per i loro bambini.

  • In particolar modo nei reparti Tin, dove la prematurità e la nascita con basso peso rappresentano già un fattore predisponente alla SIDS, i corsi sulla prevenzione hanno un ruolo fondamentale. Questi rappresentano un sostegno pratico a genitori già psicologicamente provati dal ricovero del loro bimbo e portatori di un grosso bagaglio di dubbi, ansie e timori per le difficoltà con cui probabilmente dovranno confrontarsi una volta a casa.
  • È, pertanto, nel suo ruolo educativo che l'infermiere diventa il principale strumento di madri e padri per aiutare a prevenire la SIDS, un mediatore che faciliti la dimissione in sicurezza. Un ponte tra ospedale e casa in grado di fare la differenza.