I comportamenti di self-care sono indispensabili per migliorare gli esiti di salute nei pazienti portatori di stomia, cioè il risultato di un intervento chirurgico con il quale si crea una derivazione esterna, temporanea o permanente, nella parte anteriore dell'addome per permettere la fuoriuscita di feci e urina. Considerando che molte persone devono convivere con questo device per mesi, anni e persino per tutta la vita e che i cambiamenti psicologici che si concretizzano già durante la fase preoperatoria continuano anche nel periodo postoperatorio impattando negativamente su vari aspetti della vita, a partire dal benessere fisico e sociale, numerosi studi hanno dimostrato che le persone stomizzate hanno difficoltà a compiere giornalmente le pratiche di gestione della stomia.
Stomia: confronto tra educazione da remoto e quella svolta in presenza Al fine di migliorare gli esiti di salute nei pazienti stomizzati è fondamentale implementare interventi educazionali.
Tale disagio nel self care mette maggiormente a rischio di sviluppare sintomi di depressione e di avere una scarsa qualità di vita generale. Progettare ed implementare interventi educazionali per questa popolazione è diventato pertanto prioritario per i professionisti sanitari che si occupano di stomaterapia, in prima linea gli infermieri che gestiscono ambulatori dedicati.
Si attendono pertanto i risultati di un interessante protocollo di studio per un trial multicentrico di non inferiorità randomizzato, controllato, in parallelo promosso dalla Sezione di Scienze Infermieristiche del Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell'Università Tor vergata di Roma e dal Center for Nursing Research and Innovvation dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
In corso da ottobre 2023, lo studio “Self-Stoma”, condotto dall'Azienda Ospedaliera Universitaria di Alessandria, intende valutare se l'educazione effettuata da remoto per i pazienti con stomia è ugualmente efficace come quella in presenza.
Questo studio interventistico prevede un intervento educativo, effettuato da infermieri stomaterapisti , incentrato sulla promozione del self-care nella persona con stomia e viene effettuato per via remota, tramite videochiamata, su pazienti sottoposti al posizionamento di una stomia intestinale o urinaria a partire dal 25° giorno dopo la dimissione ospedaliera.
Scopo dello studio è mettere a confronto l'educazione effettuata da remoto, nata e sviluppata durante il periodo Covid, con quella svolta in presenza per valutare la possibilità di utilizzare la prima di routine e riservare le visite in presenza solo in caso di complicazioni non gestibili a distanza.
I ricercatori ritengono che questo porterebbe notevoli benefici per i pazienti, come il non doversi recare presso i centri specialistici per le visite di controllo, minore stress dovuto ai trasporti e meno assenze dal lavoro per effettuare il follow-up- Inoltre i pazienti che vivono lontano dai centri specialistici potrebbero ricevere gli stessi interventi educativi sulla cura della stomia rispetto ai pazienti che vivono più vicino.
Nello studio sono coinvolti, oltre all'Azienda Ospedaliero - Universitaria SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria, anche l'Istituto Tumori Pascale di Napoli e gli ambulatori infermieristici per pazienti stomizzati dell'Asl Roma 2 S. Eugenio- Pertini, dell'Asl Roma 6 e dell'Arcispedale S. Maria Nuova AO di Reggio Emilia.