, nonostante nel 2021 siano state raccolte un milione e duecentoquarantamila firme per permettere alle persone di decidere sul tema con un voto, nel resto del mondo la realtà è diversa. I pionieri della legislazione sull’eutanasia sono stati l’Olanda nel 2001, il Belgio nel 2022, il Lussemburgo nel 2009. Hanno seguito l’esempio la Colombia nel 2015, il Canada nel 2016, lo Stato del Victoria (Australia) nel 2017 e la Nuova Zelanda nel 2021. La più recente approvazione è della Spagna (giugno 2021), mentre il Portogallo, dopo aver approvato la depenalizzazione dell’eutanasia nel gennaio 2021, a febbraio del medesimo anno ha revocato il decreto dichiarandolo incostituzionale tramite la Corte Costituzionale.
Com'è normata la figura dell'infermiere nel processo di eutanasia
Gli infermieri sono coinvolti nella procedura di eutanasia, soprattutto nella preparazione e somministrazione farmacologica.
Le decisioni inerenti al processo di eutanasia , la sua gestione e attuazione generalmente ricadono sui medici. Gli infermieri spesso ricoprono un ruolo marginale, eppure rappresentano la fetta più grande di professionisti sanitari, nonché i più vicini al paziente. Il ruolo degli infermieri nell’eutanasia non solo non è chiaramente esplicitato nei protocolli o linee guida delle strutture che esaudiscono il desiderio di fine vita dei propri pazienti, ma non è nemmeno regolamentato a livello legislativo.
La letteratura internazionale evidenzia che spesso gli infermieri sono coinvolti nella procedura di eutanasia, soprattutto nella preparazione e somministrazione farmacologica, ma il loro ruolo non è ben definito o tutelato a livello legale, generando un vero e proprio buco legislativo .
Il ruolo degli infermieri, però, non è né passivo né marginale; spesso sono i primi che identificano i desideri, le paure e le volontà dei propri assistiti, forniscono assistenza e informazioni specifiche, giocando un ruolo importante anche nella capacità di prendere e condividere decisioni.
Una scoping review ha mappato la situazione a livello internazionale selezionando studi pubblicati dal 1994 al 2021. Ciascun paese prevede delle procedure di valutazione della richiesta di eutanasia , nella maggior parte dei casi la commissione dedita è composta da medici, psichiatri e legali. Alcuni paesi come il Canada e la Spagna includono anche la figura di un infermiere nella commissione valutatrice, in altri come il Belgio , il Lussemburgo , il Victoria e la Nuova Zelanda la possibilità di partecipare è aperta anche agli infermieri ma non ben definita.
Il Canada è stato il primo paese a riconoscere il ruolo infermieristico nel processo di eutanasia assicurando ai propri pazienti l’erogazione di cure ottimali, con una presenza infermieristica costante durante tutto il percorso degli assistiti e di supporto anche per le loro famiglie. La legge canadese uguaglia le funzioni degli infermieri a quelle dei medici nel processo di valutazione, decisione e compimento dell’eutanasia.
I Paesi Bassi e la Colombia non prevedono nella loro legislazione un ruolo infermieristico, in Nuova Zelanda si esplica attraverso la procedura di somministrazione del farmaco e la notifica della morte. In questo paese rimangono i medici gli unici interlocutori che ricevono ed analizzano la richiesta di eutanasia dei propri pazienti. La legislazione belga non identifica in modo chiaro il ruolo infermieristico, mentre quella spagnola prevede la sua presenza nella commissione valutatrice ed obbliga i medici a comunicare le volontà del paziente all’infermiere. Nello stato del Victoria gli infermieri non possono partecipare durante la procedura, né riceverne richiesta da parte dei loro pazienti o discuterla come opzione.
Sono quattro i possibili ruoli che l’infermiere svolge durante il percorso eutanasico Riguardano: l’assistenza iniziale e l’accompagnamento, la valutazione delle condizioni del paziente, la procedura per l’assistenza al fine vita, il debriefing con il team di assistenza e la dichiarazione della morte.
La fase di assistenza iniziale prevede il ricevimento della richiesta di eutanasia, l’erogazione di informazioni al paziente, anche in merito alla possibilità di usufruire di cure palliative , il suggerimento al paziente di discutere la sua decisione con un medico, la discussione con il clinico e l’offerta di sostegno psicologico.
La fase successiva si caratterizza per un’attenta valutazione e analisi della richiesta di eutanasia, che include la verifica della reale volontà del paziente, la discussione con gli altri clinici del collegio multidisciplinare, la valutazione della competenza psichica del paziente e l’assicurazione di ulteriori informazioni.
Per quanto riguarda la procedura di effettuazione dell’eutanasia gli infermieri spesso sono coinvolti nella preparazione e somministrazione del farmaco. Gli infermieri verificano, inoltre, il corretto svolgimento della procedura e la presenza della documentazione debitamente compilata, nel rispetto delle singole legislazione locali.
Tutto questo continuando a prestare assistenza, anche dopo la morte, sia al paziente che ai suoi familiari. Infine è necessario assicurare un momento di condivisione con il team che si è occupato della procedura di eutanasia, garantendo a tutti gli operatori un valido supporto emotivo e un sostegno psicologico per elaborare la morte del paziente.
In un’indagine condotta in Belgio, gli infermieri si dichiaravano pronti e competenti nel gestire e affrontare una richiesta di eutanasia da parte dei loro pazienti. Uno studio finlandese ha evidenziato che i giovani infermieri, uomini, e con un grado di istruzione elevato risultano essere maggiormente favorevoli all’eutanasia.
Altri studi hanno, invece, esplorato le attitudini degli infermieri sull’eutanasia, recentemente anche nel contesto italiano, rivelando che i maggiori ostacoli sono rappresentati dalle credenze religiose, dalla fiducia nelle cure palliative come trattamento alternativo, dal pensiero di arrecare una morte prematura e dalla paura di possibili conseguenze legali.
Il percorso e il processo di eutanasia sono talmente importanti che non possono essere di dominio esclusivamente medico, ma è necessaria una visione più ampia, multidisciplinare, che preveda la presenza dell’infermiere, il quale, in tutti i contesti, rappresenta la figura più vicina al paziente.
Il dibattito sull’eutanasia e il suicidio assistito continuerà nel tempo , così come i suoi dilemmi etici intrinseci. La cultura del fine vita e della sua dignità vanno alimentate, e in questo solo un’attenta formazione in ambito universitario, nei corsi di laurea delle professioni sanitarie e di medicina e il dialogo ci possono aiutare.