Angina instabile

Scritto il 27/12/2025
da Chiara Sideri

L’angina instabile rappresenta una delle manifestazioni cliniche delle sindromi coronariche acute (ACS) e costituisce un segnale di allarme che richiede un inquadramento tempestivo e strutturato. Si caratterizza per episodi di ischemia miocardica a riposo o sotto sforzi minimi, spesso con dolore prolungato o con peggioramento della sintomatologia anginosa abituale. Pur non presentando biomarcatori di necrosi miocardica, è una condizione potenzialmente evolutiva verso infarto miocardico e deve essere gestita con lo stesso livello di attenzione riservato alle forme di ACS più instabili.

Caratteristiche cliniche

L’angina instabile si manifesta con dolore toracico a riposo, di durata superiore ai 20 minuti, oppure con una nuova insorgenza di angina severa o un cambiamento del pattern sintomatologico preesistente.

Il quadro può associarsi a dispnea, sudorazione, pallore, nausea e sensazione di oppressione retrosternale.

L’ECG può risultare normale o mostrare alterazioni transitorie dell’onda ST o dell’onda T, non necessariamente indicative di necrosi. Le troponine ad alta sensibilità costituiscono uno strumento fondamentale per distinguere l’angina instabile dalle forme di infarto senza sopraslivellamento del tratto ST (NSTEMI): nella UA restano entro i limiti di normalità, senza evidenza del tipico andamento “rise and fall”.

Valutazione infermieristica

L’infermiere riveste un ruolo centrale nel percorso diagnostico e assistenziale, in particolare nelle prime ore di presentazione, quando la condizione può rapidamente modificarsi.

FaseDettagli
Triage
  • Rilevazione dei parametri vitali
  • Valutazione della stabilità emodinamica
  • Identificazione di segni di ipoperfusione
  • Esecuzione dell’ECG entro pochi minuti dall’arrivo
  • Somministrazione di ossigeno solo in presenza di ipossiemia
  • Anamnesi focalizzata per valutare caratteristiche del dolore, fattori di rischio e pregressi episodi anginosi
Monitoraggio continuo
  • Monitoraggio del ritmo cardiaco
  • Controlli seriati dei parametri vitali
  • Osservazione costante della sintomatologia
  • Gestione appropriata dei farmaci prescritti
  • Preparazione del paziente per esami di imaging o coronarografia
  • Attenzione all’evoluzione del dolore toracico e a nuove alterazioni ECG

Percorso diagnostico

Il percorso diagnostico integra:

  • ECG seriati per valutare modificazioni dinamiche
  • dosaggi di troponina ad alta sensibilità eseguiti con algoritmi rapidi
  • ecocardiografia per evidenziare eventuali anomalie della cinetica
  • eventuali test non invasivi o coronarografia nei casi ad alto rischio

L’obiettivo è distinguere con precisione l’angina instabile dall’infarto miocardico e identificare pazienti che necessitano di una strategia invasiva precoce.

Aspetti assistenziali e continuità di cura

La presa in carico infermieristica non si limita alla fase acuta. Una parte cruciale del percorso riguarda:

  • educazione terapeutica sull’aderenza ai farmaci
  • riconoscimento dei sintomi di recidiva
  • promozione di stili di vita cardioprotettivi
  • supporto nella gestione dell’ansia e del vissuto emotivo
  • preparazione alla dimissione e integrazione con i servizi territoriali

L’infermiere contribuisce a facilitare il coinvolgimento attivo del paziente nel processo decisionale e nella gestione della propria salute cardiovascolare.

L’angina instabile è una condizione clinica che mantiene una significativa rilevanza per la pratica infermieristica. Identificazione precoce, monitoraggio accurato e gestione integrata rappresentano i cardini per prevenire la progressione a eventi ischemici maggiori.


Il ruolo dell’infermiere è determinante: dalla valutazione iniziale alla continuità di cura, ogni fase richiede competenze tecniche, rapidità decisionale e capacità di comunicazione efficace con il paziente e l’équipe multidisciplinare.