Stipendi fermi e caro affitti: gli infermieri milanesi scivolano nella nuova povertà lavorativa

Scritto il 27/11/2025
da Redazione

La fotografia scattata da Fials Milano è nitida: nella città con il mercato del lavoro più dinamico d’Italia cresce anche la quota di lavoratori che, pur avendo uno stipendio stabile, non riescono a sostenere le spese essenziali. Tra loro ci sono molti infermieri. L’Osservatorio Caritas Ambrosiana conferma l’aumento dei working poor, con un +59% in cinque anni e quasi una persona su quattro che, pur lavorando, fatica ad arrivare a fine mese. Per la Fials è un segnale di allarme che riguarda da vicino una professione fondamentale per il sistema sanitario e sempre più penalizzata dal costo della vita milanese e da retribuzioni che restano ferme.

La libera professione bloccata dall’incertezza normativa

L’Osservatorio Caritas Ambrosiana conferma l’aumento dei working poor, con un +59% in cinque anni.

Il tema economico si intreccia con quello della libera professione. Il Parlamento ha prorogato la deroga al vincolo di esclusività fino al 31 dicembre 2027, ma il Ministero della Salute continua a richiamare la scadenza al 2026 e a legarla a verifiche che non sono state completate.

Questa discrepanza sta creando una situazione di incertezza in molte aziende sanitarie, che in diversi casi negano le autorizzazioni o applicano criteri non uniformi.

Gli infermieri si trovano così in un limbo amministrativo che impedisce di integrare il reddito e che scoraggia la libera professione, nonostante sia per molti l’unica possibilità per far fronte al costo della vita in città.

Fials segnala che questa situazione espone i professionisti anche a rischi giuridici, perché non è chiaro quali attività siano consentite e quali no.

Regole disattese e dati mancanti

Una parte rilevante della criticità nasce dalla mancanza di informazioni ufficiali. Il Ministero stesso riconosce che molte regioni non hanno inviato i dati richiesti e che diverse aziende sanitarie non hanno applicato in modo uniforme le indicazioni nazionali.

Senza numeri e senza linee guida operative non c’è alcun quadro condiviso, e la proroga resta una norma che funziona solo sulla carta.

Una disparità che pesa sulla professione

Per Fials Milano la distanza rispetto alla dirigenza medica è ormai evidente. I medici dispongono da tempo di modelli organizzativi stabili per l’attività intramoenia, mentre gli infermieri continuano a operare dentro un sistema provvisorio, privo di strumenti certi e con retribuzioni meno competitive.

Se davvero si vuole evitare che gli infermieri entrino stabilmente nella categoria dei nuovi poveri, bisogna eliminare il vincolo di esclusività per il personale non dirigente, come già avviene per i medici dichiara Mauro Nobile, segretario Fials Milano.

In un contesto caratterizzato da carichi di lavoro elevati, organici ridotti e salari che hanno perso potere d’acquisto, questa disparità rischia di alimentare la fuga dal San e di aggravare ulteriormente la carenza di personale.

Una scelta politica sul futuro della professione

Secondo Fials la questione non è più solo economica. È un tema che riguarda la tenuta del sistema sanitario e la capacità di trattenere professionisti qualificati.

Per il sindacato il vincolo di esclusività deve essere superato in modo definitivo, con regole chiare e applicabili. Senza una decisione strutturale, Milano rischia di diventare una città in cui chi assicura l’assistenza quotidiana ai cittadini non riesce più a garantirsi condizioni di vita adeguate.