Che cos’è One Health
L'approccio One Health nasce dalla consapevolezza che solo una visione integrata può garantire la salute globale.
One Health è un approccio integrato e unificante che mira a bilanciare e ottimizzare in modo sostenibile la salute delle persone, degli animali e degli ecosistemi.
Si basa su alcuni principi cardine: collaborazione multisettoriale, azione preventiva e sistemica, riconoscimento dell’interdipendenza tra specie e ambiente e partecipazione delle comunità.
In pratica, non si tratta solo di “fare meglio medicina”, ma di “fare meglio salute”: dalla gestione degli allevamenti alla qualità dell’acqua, dalla sicurezza alimentare alla prevenzione delle infezioni in ospedale, tutto concorre a un equilibrio condiviso. One Health invita dunque a superare i confini professionali e istituzionali per costruire una rete di cooperazione tra sanità umana, veterinaria, agricoltura, ambiente e società civile.
Il contesto europeo e italiano
In Europa, l’approccio One Health è ormai parte integrante delle politiche sanitarie. La Commissione e il Consiglio dell’Unione hanno adottato raccomandazioni che mirano a rafforzare la lotta contro l’antibiotico-resistenza e le minacce emergenti alla salute pubblica, attraverso azioni coordinate nei settori umano, animale, vegetale e ambientale.
L’obiettivo è costruire un sistema armonizzato di prevenzione, fondato su indicatori comuni, sorveglianza integrata, formazione congiunta e investimenti in ricerca e innovazione. One Health, in questa prospettiva, non è più solo un paradigma concettuale ma una vera politica sanitaria europea, capace di orientare decisioni, risorse e programmi educativi.
Anche l’Italia si muove lungo questa direttrice. Il Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR 2022-2025) rappresenta uno dei casi più concreti di traduzione operativa dell’approccio One Health: promuove la riduzione dell’uso di antimicrobici, l’implementazione di programmi di stewardship antibiotica, la sorveglianza congiunta tra sanità umana e veterinaria e la cooperazione strutturale tra Ministeri della Salute, dell’Agricoltura e dell’Ambiente.
Sempre più regioni stanno rendendo questo approccio realtà, attraverso reti di sorveglianza locali che integrano dati clinici, veterinari e ambientali, e percorsi formativi multidisciplinari dedicati a infermieri, medici, farmacisti, biologi e tecnici ambientali.
È un’evoluzione silenziosa ma profonda: un modello di governance sanitaria che, passo dopo passo, sta trasformando la prevenzione in una responsabilità condivisa tra istituzioni, professionisti e cittadini.
Esempi italiani di approccio One Health
L’Italia sta progressivamente traducendo il paradigma One Health in esperienze concrete, che uniscono sanità, veterinaria e ambiente in una rete di collaborazione reale. In diverse regioni, dall’Emilia-Romagna al Veneto, dal Lazio alla Lombardia, ASL, Istituti Zooprofilattici Sperimentali e ARPA regionali lavorano insieme per sviluppare sistemi di sorveglianza integrata capaci di monitorare infezioni, antibiotico-resistenze e fattori ambientali.
Queste banche dati condivise rappresentano un passo decisivo verso una prevenzione basata sull’evidenza, dove l’analisi dei trend microbiologici si intreccia con le informazioni ambientali e veterinarie.
Un esempio emblematico è la sorveglianza della West Nile Virus, che ogni estate coinvolge medici, infermieri, veterinari e tecnici ambientali in un monitoraggio coordinato di animali sentinella, acque stagnanti e casi clinici umani. Questo modello dimostra come la cooperazione tra discipline permetta di intercettare precocemente la circolazione del virus e di attuare misure preventive mirate, riducendo il rischio di epidemie.
Ma One Health non si ferma alla sorveglianza. Anche la formazione sanitaria sta evolvendo: master universitari, corsi ECM e progetti formativi interdisciplinari dedicati alla stewardship antibiotica, all’epidemiologia ambientale e alla salute globale stanno diventando parte integrante del percorso professionale di infermieri, medici e operatori del sistema salute.
Questa crescita culturale e scientifica segna il passaggio da una visione settoriale a una sanità integrata e sostenibile, in cui la salute del paziente è vista come il riflesso della salute della comunità e dell’ambiente in cui vive.
Infermieri nella One Health
Tra i professionisti della salute, l’infermiere è forse quello che più di tutti incarna lo spirito del paradigma One Health. È il punto di contatto tra l’assistenza diretta, la prevenzione e l’educazione sanitaria; è la figura che traduce la teoria in pratica, il dato in azione, la conoscenza in relazione.
Nel contesto di un sistema sanitario sempre più interconnesso, l’infermiere diventa il fulcro della rete One Health, capace di riconoscere i segnali precoci di rischio, promuovere comportamenti sostenibili e coordinare interventi multidisciplinari.
Ambiti di intervento
| Ambito | Descrizione |
| Stewardship antibiotica | L’infermiere gioca un ruolo decisivo nella promozione dell’uso responsabile degli antimicrobici. Valuta l’appropriatezza della terapia, monitora la risposta clinica, registra eventuali effetti avversi e collabora con il team medico nelle decisioni di de-escalation. Inoltre, educa il paziente e la famiglia sull’importanza dell’aderenza terapeutica, contrastando la convinzione, ancora diffusa, che “un antibiotico in più non faccia male”. |
| Prevenzione delle ICA | Ogni gesto infermieristico è un atto di prevenzione. L’aderenza scrupolosa ai protocolli di igiene delle mani, la corretta gestione dei dispositivi invasivi, la sanificazione degli ambienti e la sorveglianza costante delle procedure riducono l’insorgenza di ceppi resistenti e migliorano la sicurezza del paziente. La prevenzione delle ICA è uno dei pilastri operativi dell’approccio One Health in ospedale. |
| Anamnesi estesa | Includere nella raccolta dati informazioni su viaggi recenti, contatti con animali, condizioni abitative, alimentari e ambientali consente di individuare precocemente fattori di rischio zoonotico o ambientale. Un’anamnesi “aperta al mondo” permette di intercettare segnali che collegano il singolo caso clinico al contesto più ampio in cui la malattia si sviluppa. |
| Educazione sanitaria | Ogni colloquio infermieristico è un’occasione di prevenzione. Spiegare in modo semplice ma autorevole il valore dell’igiene, della protezione dai vettori o dell’uso corretto degli antibiotici significa formare cittadini consapevoli e partecipi della tutela della salute collettiva. L’educazione diventa così la prima barriera contro l’AMR e le infezioni emergenti. |
| Comunicazione e rete | L’infermiere è ponte tra professionisti, istituzioni e comunità. Collabora con medici, farmacisti, igienisti, veterinari e tecnici ambientali, favorendo la circolazione delle informazioni e la creazione di protocolli condivisi. La sua visione trasversale gli consente di integrare dimensioni diverse della cura: biologica, sociale e ambientale. In questo ruolo, l’infermiere diventa ambasciatore operativo del pensiero One Health, custode di un sapere che unisce la clinica alla prevenzione globale. |
One Health non è un concetto astratto ma una strategia concreta per costruire salute. Riconoscere che la salute dell’uomo dipende da quella degli animali e dell’ambiente significa abbandonare un modello frammentato e abbracciare una visione collettiva e sostenibile. Per gli infermieri, questo approccio rappresenta una nuova frontiera di competenza e responsabilità: ogni gesto di cura può contribuire a preservare la salute del pianeta.
La prevenzione del futuro inizia dal letto del paziente ma si estende nei campi, negli allevamenti, nelle acque e nelle politiche pubbliche. È una rivoluzione silenziosa, fatta di conoscenza, cooperazione e consapevolezza.