Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA): nuove evidenze cliniche e prospettive educative

Scritto il 17/10/2025
da Chiara Sideri

La dislessia, comunemente nota come disturbo della lettura, rappresenta solo una delle molteplici manifestazioni di un quadro più ampio e complesso: quello dei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). Oggi la ricerca mette in evidenza come tali disturbi non si limitino a una difficoltà circoscritta, ma derivino da un intreccio di fattori cognitivi, linguistici, attentivi e prassici che coesistono e si influenzano reciprocamente. In Italia, la consapevolezza e la gestione dei DSA sono in continua evoluzione. L’aggiornamento delle linee guida, l’attenzione crescente del mondo scolastico e sanitario e le recenti riflessioni normative stanno ridefinendo strategie e modelli di intervento.

Che cosa sono i DSA: definizione e classificazione

Negli ultimi anni in Italia si è registrato un aumento rilevante delle diagnosi di DSA

I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) sono condizioni di neurosviluppo che si manifestano con difficoltà significative e persistenti nell’acquisizione e nell’uso delle abilità scolastiche (lettura, scrittura, calcolo), non imputabili a deficit cognitivi globali, disabilità sensoriali o scarsa scolarizzazione.

La Legge 170/2010 ha sancito, in Italia, il riconoscimento formale delle categorie principali: dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia.

Dal punto di vista delle classificazioni internazionali, l’ICD-10 usava la categoria F81 per i DSA; con l’ICD-11 (in vigore dal 2022) le difficoltà di apprendimento rientrano nella categoria 6A03 “Developmental learning disorder”, con un’ottica più flessibile rispetto alla rigidità delle sotto- categorie classiche (vedi lettura, calcolo, scrittura).

Crescita delle diagnosi e implicazioni

Epidemiologia dei DSA

Negli ultimi anni in Italia si è registrato un aumento rilevante delle diagnosi di DSA. Questo incremento può essere interpretato in modo multiplo:

  • maggiore consapevolezza e diffusione della cultura dei DSA tra scuole, famiglie, clinici
  • riduzione del sottodiagnosticamento storico, soprattutto nei casi meno gravi o nei generi tipicamente sottorappresentati (es. femmine)
  • potenziali pressioni scolastiche nell’ottenere strumenti compensativi e facilitazioni, che possono talvolta sollevare dubbi sul rischio di “iperdiagnosi” (strumentalizzazione della diagnosi)

Secondo report informali e dati raccolti da enti scolastici, la percentuale di studenti con diagnosi DSA in alcune regioni e scuole può superare il 5 % della popolazione studentesca (variazioni locali).

Quadro normativo e scolastico in Italia

Legge 170/2010 e normativa correlata

La legge 170/2010 ha stabilito il riconoscimento dei DSA nel contesto scolastico, sancendo il diritto allo studio e l’adozione di misure compensative e dispensative.

Il decreto ministeriale 12 luglio 2011 (n. 5669) ha definito le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA, prevedendo l’adozione del Piano Didattico Personalizzato (PDP), che deve specificare misure compensative, dispensative, modalità di verifica e valutazione personalizzata.

Inoltre, la normativa scolastica attuale prevede che il PDP venga predisposto entro il primo trimestre dell’anno scolastico, coinvolgendo docenti, famiglia, e, se possibile, specialisti.

Le nuove linee guida / orientamenti in 2025

Negli ultimi mesi sono emerse novità e discussioni attorno a modifiche alle “Nuove Indicazioni 2025” per la scuola dell’infanzia e del primo ciclo, che generano preoccupazioni in merito all’effettiva tutela dei diritti degli alunni con DSA.

Criticità sollevate:

  • Le Nuove Indicazioni 2025 per la scuola dell’infanzia includono competenze come “giocare con rime, filastrocche, invenzione di parole”, ma mancano riferimenti espliciti, nei testi proposti, alla consapevolezza fonologica e a esercizi sistematici di manipolazione fonemica, che sono fondamentali nei protocolli di prevenzione dei DSA.
  • L’introduzione dell’apprendimento del corsivo sin dalle prime classi è vista come un elemento potenzialmente penalizzante per alcuni studenti con difficoltà di scrittura (disgrafia). L’AID ha espresso perplessità su una precoce obbligatorietà del corsivo senza considerare modalità alternative più accessibili.
  • L’adattamento delle indicazioni ministeriali per allinearle alle Linee Guida nazionali sui DSA è sentito come incompleto: vengono segnalati elementi dei documenti ministeriali che “dimenticano” alcuni principi di prevenzione e intervento suggeriti dalle linee guida MIUR/ 2011.

Tuttavia, alcune misure positive emergono:

  • Le nuove linee sull’inclusione scolastica 2025 ribadiscono che gli strumenti compensativi (sintesi vocale, mappe, calcolatrice, tempi aggiuntivi) non sono più semplici “buone pratiche” ma strumenti obbligatori e parte integrante del diritto allo studio
  • Si enfatizza la formazione continua degli insegnanti, l’adozione della didattica attiva e l’integrazione del digitale come strumento inclusivo
  • Le modalità di valutazione e verifica dovranno prevedere forme alternative (orale, multimediale, osservazioni strutturate), non solo prove scritte standard

DSA e esami nel 2025

Nel contesto degli esami di Stato 2025, l’Ordinanza Ministeriale (O.M.) 67 del 31 marzo 2025 ha introdotto indicazioni specifiche per gli studenti con DSA. In particolare:

  • Le commissioni d’esame, in riunione plenaria, sulla base del PDP e della documentazione del consiglio di classe, sono tenute a stabilire modalità personalizzate di svolgimento delle prove
  • È prevista la possibilità di esoneri o dispense dalle prove scritte in lingua straniera, nei casi previsti, conformemente alle richieste avanzate durante l’anno scolastico
  • Per alunni con ipovisione o disturbi visuo-spaziali associate al DSA, sono previsti ingrandimenti del testo, caratteri ad alta leggibilità o trascrizione in Braille, ove necessario

Sfide attuali e prospettive

Prevenzione e screening precoce

Una delle sfide centrali è identificare precocemente i segnali di rischio (in età prescolare o nei primi anni della primaria), per intervenire prima che le difficoltà si consolidino. Tuttavia, in Italia la diffusione dello screening precoce è frammentata e non sempre sistematica.

Le Nuove Indicazioni 2025 sollevano il tema dell’importanza della consapevolezza fonologica già a scuola dell’infanzia, ma le critiche sollevate da AID evidenziano che il documento ministeriale non includa strumenti obbligatori per queste attività fonologiche preventive.

Formazione degli insegnanti

Perché la didattica inclusiva funzioni, è indispensabile che gli insegnanti siano formati sui DSA, sulle strategie compensative e su metodologia didattica differenziata. Le nuove linee sull’inclusione 2025 lo sottolineano come punto chiave.

Utilizzo delle tecnologie digitali e intelligenza artificiale

La crescente disponibilità di strumenti digitali (app, software di supporto, intelligenza artificiale) apre prospettive interessanti per la personalizzazione dell’apprendimento. Tuttavia:

  • Occorre formazione docente sull’uso pedagogico di tali strumenti
  • Serve verificare la validità, l’affidabilità e l’appropriatezza degli strumenti per DSA
  • È fondamentale evitare che la tecnologia sia vista come sostitutiva della didattica umana, piuttosto come complemento

Armonizzazione normativa e tutela dei diritti

Vi è attualmente una tensione tra nuove indicazioni ministeriali e le linee guida storiche sui DSA (MIUR 2011, Linee Guida ISS 2022). Alcune osservazioni sottolineano che le nuove indicazioni “dimenticano” principi essenziali (es. consapevolezza fonologica) o introducono elementi (corsivo precoce) potenzialmente penalizzanti per alcuni studenti con DSA.

Diventa pertanto cruciale che le scuole, le famiglie e i servizi sanitari mantengano un dialogo costante, che venga tutelata con rigore la personalizzazione didattica e che gli aggiornamenti ministeriali siano coerenti con i principi scientifici e le linee guida nazionali sui DSA.

Consigli

I DSA rappresentano una sfida complessa che va ben oltre la semplice dislessia. L’intreccio di debolezze cognitive, linguistiche, attentive e motivazionali richiede un approccio integrato, personalizzato e multidisciplinare.

È importante sottolineare che anche figure come l’infermiere scolastico, il professionista sanitario che lavora nel territorio o in ambito educativo possono avere un ruolo di supporto: sensibilizzazione, collaborazione con scuole e famiglie, orientamento ai servizi diagnostici, promozione della consapevolezza sul DSA nei contesti sanitari.

Alcuni suggerimenti pratici per i lettori (genitori, insegnanti, operatori sanitari):

  1. Non aspettare troppo: se emergono difficoltà persistenti nella lettura, scrittura o calcolo nei primi anni della scuola, richiedere una valutazione
  2. Conoscere i diritti: informarsi sulla legge 170/2010, sul PDP e sugli strumenti compensativi a cui lo studente ha diritto
  3. Favorire una didattica inclusiva fin dalla scuola dell’infanzia: attività ludiche di fonologia, rime, manipolazione fonemica
  4. Promuovere la formazione degli insegnanti sui DSA e sugli strumenti digitali di supporto
  5. Mantenere un lavoro congiunto tra scuola, famiglia e operatori sanitari: un progetto condiviso è più efficace
  6. Monitorare e adattare: gli interventi devono essere dinamici, con aggiustamenti in base ai risultati