Badge anti-aggressione per medici e infermieri nei Pronto soccorso

Scritto il 16/09/2025
da Redazione

Aggressioni verbali e fisiche contro il personale sanitario sono in aumento. Nei Pronto soccorso di Verona arriva un badge con pulsante di emergenza, collegato a un sistema di allerta interno che richiama immediatamente colleghi e sicurezza. La misura si inserisce in un piano regionale più ampio contro la violenza in corsia.

Come funziona il nuovo dispositivo

Badge con pulsante di emergenza nei Ps di Verona

Dal mese di ottobre, nei Pronto soccorso di Borgo Trento, Borgo Roma, Ginecologico e Pediatrico entrerà in funzione un badge con pulsante rosso che, in caso di emergenza, attiva un allarme sonoro e segnala l’area precisa in cui è avvenuta l’aggressione.

Il sistema, sviluppato dall’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona in collaborazione con STT e TapMyLife, utilizza una rete wireless ibrida con localizzazione indoor via bluetooth e antenne 4G-5G. La privacy del personale è tutelata: la tracciatura avviene solo nel momento dell’allerta.

Una risposta a un fenomeno in crescita

Si tratta di un apparecchio che in caso di aggressione, o semplicemente di difficoltà, permette all’operatore di attivare un alert sonoro con un pulsante sul dispositivo che indossa. Un’azione immediata che permette all’operatore di avere l’aiuto dei colleghi, ha spiegato Ciro Paolillo, direttore del Pronto soccorso di Borgo Trento.

Oggi vediamo la prima applicazione dell’apparato tecnologico sul fronte della sicurezza in corsia. Anche se si tratta principalmente di aggressioni verbali, c’è purtroppo un trend in crescita di utenza problematica nei Pronto soccorso, ha aggiunto il direttore generale Callisto Bravi, ricordando che la misura si affianca a protocolli con le Forze dell’Ordine, formazione del personale e supporto psicologico e legale.

I dati in Veneto

Il fenomeno delle aggressioni in corsia è in aumento. Nel 2024 in Veneto si sono registrati circa 2.600 episodi, quattro volte rispetto al 2020. I reparti più colpiti sono i Pronto soccorso, le aree di degenza, i servizi psichiatrici e le guardie mediche.

Nel 60% dei casi le vittime sono infermieri e, in prevalenza, donne tra i 30 e i 59 anni. Gli aggressori sono spesso persone in stato alterato per alcol, sostanze o problemi psichici.

La Regione Veneto ha stanziato 4 milioni di euro per l’acquisto di 7.000 dispositivi di sicurezza, tra mini-telecamere e braccialetti con sistemi di allarme.

Gli ultimi episodi

La cronaca recente conferma la criticità: all’ospedale di Legnago un uomo ha scagliato un monitor contro un medico, mentre un altro ha devastato la Pneumologia tentando di colpire un radiologo con un estintore. L’ultimo caso risale al 10 settembre, con l’aggressione di una guardia giurata all’ospedale dell’Angelo di Mestre.