Test infermieristica 2025, Fnopi: “Trend di iscrizioni e laureati vira in positivo”

Scritto il 09/09/2025
da Redazione

Malgrado il calo dei partecipanti al test di ammissione, la Fnopi difende la tenuta della professione infermieristica e chiede alle istituzioni un’azione corale per arginare una crisi che rischia di compromettere la tenuta del sistema sanitario nazionale.

Infermieristica, meno domande al test di accesso

Ai test per l’accesso al corso di laurea in Infermieristica, che si sono tenuti l’8 settembre in 41 atenei pubblici italiani, sono state presentate circa 19mila domande a fronte di 20.699 posti a disposizione.

Una cifra che conferma il trend di lieve calo rispetto agli anni passati, anche se con differenze territoriali rilevanti: nel Mezzogiorno, ad esempio, il rapporto domande/posti resta più favorevole (1,5), a testimonianza di una maggiore attrattività regionale.

Il numero delle domande non copre l’intera offerta formativa, ma – sottolinea la Fnopi – è ancora presto per trarre conclusioni definitive. Infatti, a influire sul numero effettivo degli iscritti al primo anno saranno anche le ricadute del “semestre filtro” di Medicina.

Una quota significativa dei candidati esclusi dal corso di laurea magistrale in Medicina potrebbe infatti riversarsi su Infermieristica, indicata già da molti come prima scelta tra i corsi affini.

La professione tiene. Ma il sistema ha bisogno di scelte coraggiose

Malgrado il crollo da più parti paventato e dato per scontato, la professione tiene, afferma la Federazione, che rivendica l’impegno congiunto con Ministeri, Regioni e Università nel garantire un aumento dei posti disponibili. Tuttavia, le iscrizioni non seguono la stessa curva, frenate da diversi fattori strutturali e contingenti.

Carichi di lavoro elevati, retribuzioni non adeguate, limitate prospettive di carriera e difficoltà nel conciliare vita lavorativa e familiare sono le principali cause indicate da Fnopi per spiegare la scarsa attrattività del percorso infermieristico, soprattutto tra i più giovani.

A questo si aggiungono elementi più recenti, come il costo della vita nelle grandi città universitarie, che rende più difficile per molti studenti sostenere gli studi fuori sede. Non aiuta nemmeno il boom delle lauree telematiche, incompatibili con un percorso formativo, come quello infermieristico, che richiede tirocinio sul campo fin dal primo anno.

Un’emergenza nazionale da affrontare con strumenti straordinari

La Fnopi torna quindi a chiedere alle istituzioni di riconoscere la questione infermieristica come emergenza nazionale. L’attuale turnover del personale, con circa 25mila pensionamenti annui, non può essere compensato dagli 11.404 laureati nel 2024, nonostante la crescita costante rispetto ai primi anni Duemila. Si stima che nel 2027 saranno 14.500 i laureati, ma ancora insufficienti per coprire il fabbisogno reale.

Per questo, la Federazione propone l’istituzione di una cabina di regia permanente interministeriale, dotata di poteri speciali, in grado di coordinare in modo efficace le politiche sul personale sanitario e rilanciare l’attrattività delle professioni di cura. «Occorre un investimento strutturale, già da questa legge di bilancio», sottolinea Fnopi.

Un ulteriore elemento critico è rappresentato dalle tempistiche ristrette dei bandi di ammissione, pubblicati quest’anno a ridosso di Ferragosto, con meno di un mese per presentare domanda. La Federazione chiede un’anticipazione delle scadenze per permettere agli studenti e alle famiglie una scelta più consapevole e ponderata.

La professione infermieristica resiste, ma non può farcela da sola. Le condizioni per un rilancio ci sono: formazione in crescita, riconoscimento sociale post-pandemico, e nuove opportunità professionali. Ma senza un piano di interventi strutturali e duraturi, la crisi del personale rischia di diventare un problema sistemico per la tenuta dell’intero Servizio Sanitario Nazionale.